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Stop bipartisan al Carroccio

Renata Polverini

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La proposta di legge presentata dal ministro Calderoli per spostare i ministeri al Nord scivola con una bomba nel «teatro» politico. Il primo a tuonare è il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «La proposta di Calderoli mi indigna sia come italiano sia come romano perché il federalismo dovrebbe essere decentramento di poteri e invece su questo punto non si è trasferito nulla. Ora si vogliono solo decentrare uffici in giro per l'Italia. Questo è un modo sbagliato di fare le cose». Zingaretti lancia anche un appello al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e alla governatrice del Lazio, Renata Polverini. «Propongo di vederci, di unire le istituzioni e insieme convocare i parlamentari di Roma e del Lazio, di tutti gli schieramenti, per trovare una posizione comune». Non si fa pregare la governatrice Polverini: «L'iniziativa del ministro Calderoli è inaccettabile, un affronto alla Capitale dove i ministeri hanno sede da sempre. Questa ostinazione alimenta solo divisioni nel Paese e distrae l'attenzione da questioni più urgenti e serie per i cittadini che devono essere affrontate. Come se non bastasse, questa proposta di legge va contro quel progetto di federalismo che ci vede tutti impegnati, una riforma per cui proprio la Lega si è battuta in tutti questi anni e che oggi, a quanto pare, vuole ridurre al mero trasferimento di uffici ministeriali da Roma al Nord. I parlamentari del Lazio - conclude Polverini - facciano sentire la propria voce e si uniscano contro questa scellerata idea di spostare i ministeri». Anche il sindaco Alemanno considera «inaccettabile» la proposta di Calderoli: «Non è pensabile che un ministro della Repubblica prenda un'iniziativa in contrasto con gli accordi con le altre forze politiche». Alemanno ha assicurato che «chiederà con molta forza al Pdl di reagire a questo atteggiamento: Roma sarà promotrice di un'iniziativa trasversale che blocchi questa proposta di legge, che rappresenta la dimostrazione del fallimento del tentativo della Lega di far passare per via amministrativa, senza voti parlamentari, questa inaccettabile idea». Netto anche il deputato romano del Pdl Fabio Rampelli: «L'iniziativa di Calderoli fa ridere: questi leghisti nel corso di venti anni hanno subito una vera e propria mutazione genetica. Da movimento anti Palazzo, oggi si sono trasformati in partito di sistema che pretende addirittura la presenza dei "vituperati Palazzi" (i ministeri) nel loro territorio. Della serie: non siamo contrari ai Palazzi, vogliamo solo che stiano a casa nostra...». Mentre il parlamentare del Pd ed ex presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, sottoscrive «da subito la mozione di sfiducia» proposta da Zingaretti. «Questo governo - chiarisce Gasbarra - non può continuare a giocare con le istituzioni del nostro Paese». Secondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani «i ministeri la Lega una volta voleva ridurli. Adesso fanno accattonaggio: giudicheranno i leghisti». Il collega Luigi Zanda, invece, ironizza sugli «incrollabili principi politici del sindaco Alemanno». Dal canto suo la deputata Pdl Barbara Saltamartini se da una parte invita a non strumentalizzare le parole di Alemanno, dall'altra definisce «fuori luogo trasferire i ministeri al Nord». Stessa posizione per Gianni Sammarco, deputato e coordinatore romano del Pdl: «Non esiste questione sui ministeri. Altro sarebbe il decentramento degli uffici. Siamo pronti a far muro in sede parlamentare». La presidente del Pd Rosy Bindi attacca invece la Lega («Devono pure far credere qualcosa al loro elettorato») trovandosi sulla stessa posizione del sottosegretario Pdl Francesco Giro: «La proposta ha una motivazione più elettorale che amministrativa». Anche l'Udc non usa mezzi termini: «A tutto c'è un limite - dice il vicepresidente del Lazio Luciano Ciocchetti - e a questa proposta di legge voglio esprimere e ribadire un secco no. È proprio vero al male non c'è mai fine». Stop senza riserve da parte di Cgil, Cisl e Uil Lazio. Fuori dal coro, invece, oltre al leghista Sebastiano Fogliato («un'idea di buon senso»), il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: «Sono pronto a spostarmi - afferma - Se Roma governa, è giusto che Milano controlli». Ma siamo sicuri che i leghisti vogliano i ministeri a due passi da casa? No, a giudicare dagli interventi su Radio Padania: «Lasciamo stare i parassiti - dicono tanti ascoltatori - e concentriamoci sulle cose concrete».

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