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Pdl alla prova alleanze Scajola: intesa con l'Udc. Cicchitto: rinnovamento

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Claudio Scajola

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Uno, Claudio Scajola, era ministro dello Sviluppo economico ed ora, con una sessantina di parlamentari al seguito, fa il rottamatore del Pdl. L'altro, Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, tiene il punto e tenta di evitare il caos. Promuove il «rinnovamento» ma avverte che il partito non si può «smontare». A gettare il sasso nello stagno è stato l'ex ministro: «Basta con il Pdl, buttiamo via questo nome e questo simbolo! Dopo la sberla che abbiamo preso inventiamoci qualcosa di nuovo, costruiamo un percorso di lungo respiro». Scajola sostiene che il segretario Alfano ora deve «lavorare al vero partito dei moderati, una casa che riunisca tutti quelli che in questi anni si sono allontanati e che punti all'unità con chi oggi siede sui nostri stessi banchi al Parlamento europeo». Nei confronti di Casini, sottolinea, «abbiamo commesso degli errori. Ora dobbiamo tutti, noi e l'Udc, guardare lontano». L'esponente del Pdl smentisce di aver pensato di passare al partito centrista. Conferma, invece, di aver «ipotizzato di dar vita a dei gruppi autonomi», come «contributo alla maggioranza per consentire un dibattito più libero». E se Alfano punta sulle primarie e sui congressi, Scajola si dice «molto preoccupato per il ritorno della logica delle tessere. Il tesseramento è aperto, ma il congresso deve essere occasione di confronto e non di conta». Il «piano» di Scajola non piace però a Cicchitto, che ha un'idea diversa: «L'unico modo per far sì che la sconfitta alle amministrative di oggi si possa tramutare in una vittoria alle prossime elezioni politiche è per un verso di rinnovare un rapporto di piena solidarietà a Berlusconi - vittima da anni di un attacco mediatico-giudiziario, ieri rivendicato in modo spudorato da Carlo De Benedetti - e per altro verso dimostrare capacità di innovazione e di iniziativa». Sì al confronto con l'Udc ma, ribadisce Cicchitto, «l'alleanza con la Lega va rivisitata». Mentre la colomba di Fli, Adolfo Urso, plaude a Scajola ma avverte che ci vogliono «anche il rinnovamento e soprattutto le riforme», il centrista Enzo Carra ironizza: «Scajola invita il Pdl a lavorare per "una casa che riunisca tutti quelli che in questi anni si sono allontanati e che punti all'unità con chi oggi siede sui nostri stessi banchi al Parlamento europeo". Un buon proposito, onorevole Scajola. A patto di sapere però chi pagherà la casa. Perché noi dell'Udc in case pagate da ignoti non vogliamo abitarci». Secco no alla proposta dell'ex ministro dello Sviluppo economico anche dal finiano, falco, Fabio Granata: «Il centrodestra berlusconiano non vedrà mai un nostro ritorno all'ovile, proprio ora che è minoranza in Italia». Infine il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, invita tutti alla calma: «Dobbiamo sostenere con lealtà e convinzione l'opera che si accinge a svolgere Angelino Alfano. Il suo compito non è facile e deve essere l'ideale guida della politica del Pdl».

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