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Contro un falso Tremonti su Facebook l'ira dei tartassati

Giulio Tremonti, ministro dell'Economia

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Non ce la facciamo più». È la richiesta che arriva da molti degli oltre 4.000 amici virtuali di Giulio Tremonti su Facebook ai quali chi gestisce la pagina continua ad accordare «amicizia». Ma si tratta di un falso: non è davvero la pagina del ministro e i suoi collaboratori spiegano di aver più volte cercato di bloccarla. Una situazione simile si era verificata lo scorso anno quando la sua finta pagina (allora aveva oltre 10.000 amici) fu improvvisamente cancellata. Operazione, come noto, possibile solo se fatta dagli amministratori del sito. Comunque il finto-ministro è tornato on line e, anche ieri domenica, ha continuato ad accordare amicizie un po' a tutti: semplici cittadini, imprenditori e giornalisti che magari sperano di utilizzare questo canale on-line per superare la nota ritrosia alle conversazioni classica di ogni ministro del Tesoro che si rispetti. Ma non è lui ad accordare amicizie. Arrivati sulla home-page corredata di foto istituzionale e dopo le scarne (ma in parte imprecise) informazioni sulla sua vita (datore di lavoro: governo italiano; studi presso Università degli studi di Pavia; vive a Roma; Città natale: Sondrio; data di nascita: 18 agosto 1947) tra i suoi gusti viene indicato Giovanni Giolitti tra le persone che lo ispirano e Wolfgang Amadeus Mozart come musicista preferito. Poi si arriva al diluvio dei messaggi sulla bacheca. Non tutti favorevoli. Ad esempio una persona che si definisce un'imprenditrice scrive: «cari amici, mi ritrovo con tutto pignorato non mi è rimasto più niente ma continuo a trovare la forza per andare avanti con mio figlio...». O chi non crede che sia il ministro a rispondere: «da chi è gestito questo profilo, non credo proprio da Giulio Tremonti». Un altro imprenditore scrive: «la prego signor ministro, non ce la facciamo più e vi prego di abbassare le tasse». E chi la butta sul politico: «Ce l'avete ancora la maggioranza. Nonostante tutto. Se calaste un po' le tasse...». C'è chi fa i complimenti: «La ritengo l'uomo economico più preparato d'Europa non molli!», ma anche chi si lamenta «è mai possibile che non si faccia una politica sul lavoro, sopratutto a Sud?» e chi insulta: «Tremorti ministro della fame». Chi manda video buffi tipo le differenze tra uomini e donne o la sua imitazione di Corrado Guzzanti o chi perora la causa di un amico. Chi gli propone di iscriversi ad un sito di poker on-line e chi gli riconosce di essere «un politico di estrazione socialista compreso dalla gente». Ma tra chi incita («Tremonti premier»), chi avanza proposte o manda il curriculum un dubbio è sempre presente: «Ministro! Ma è proprio lei?». Anche perchè oltre all'amicizia non c'è nessun contraddittorio. E difatti, nonostante il rinvio ad alcune pagine istituzionali presenti nel profilo, a gestire la pagina non è il vero Giulio Tremonti. Un altro falso è l'articolo pubblicato su Libero che dal Tesoro dicono è «lievemente privo di fondamento economico e politico».

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