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Berlusconi: "Abbiamo perso ma ora avanti" Il Cav blinda l'asse con Bossi e lancia Alfano

Silvio Berlusconi in visita di Stato a Bucarest

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La "sberla", per usare le parole di Maroni, era messa in conto. Ma certo Silvio Berlusconi non si aspettava una sconfitta di questa portata: non solo Milano e Napoli in mano alla sinistra, ma anche altre città e province, e con cifre non certo rassicuranti. Il premier viene raggiunto dalla notizia della sconfitta a Bucarest, nel pieno del vertice intergovernativo. Si presenta a telecamere e microfoni per la dichiarazione alla stampa ed evita accuratamente qualsiasi accenno o riferimento ai risultati dei ballottaggi che già danno la maggioranza in picchiata. Poi prende tempo.  Molto tempo, quasi due ore. Prima vuole sentire l'alleato storico, Umberto Bossi e capire cosa intende fare il Senatur. Poi parla con i suoi (non Tremonti) e solo allora scende nella hall dell'albergo dove lo attende la ressa dei giornalisti. AVANTI CON BOSSI Non nega la sconfitta. Ma non si addossa nessuna colpa per la debacle. Poi ostenta ottimismo e tranquillità: il governo va avanti con le riforme, prima fra tutte quella del fisco, grazie ad una maggioranza "coesa e determinata".  Insomma, se sconfitta è stata - è la linea del premier da dettare ai giornalisti - non è certo dipesa dal governo né dal suo premier. Non ci sono alternative a questo esecutivo e all'alleanza con la Lega. Su questo, spiega Berlusconi, è d'accordo Bossi: si va avanti insieme. Tuttavia, nelle quasi due ore in cui è rimasto chiuso nella sua stanza d'albergo a decidere cosa dire e, soprattutto, le prossime mosse, Berlusconi ha modo di leggere le prime dichiarazioni di "guerra" di vari esponenti del Pdl. Del resto, il premier lo aveva già messo in conto: sapeva perfettamente che uno tsunami interno al Pdl, in caso di sconfitta, sarebbe stato inevitabile.  Così come oggi è ben consapevole che anche la Lega gli chiederà il conto. ALFANO COORDINATORE UNICO Più tardi, ai giornalisti che gli chiedono se è vero che il Senatur non è affatto contento, il presidente del Consiglio torna a sfoggiare tranquillità e ottimismo e smentisce ogni lettura in senso opposto: "Bossi è sereno. L'ho sentito".  Ma Berlusconi sa che ora la strada del governo e della legislatura è tutta in salita, irta di ostacoli. Domani sera dovrà affrontare il cahier de doleance dello stato maggiore del partito, che si riunirà nell'ufficio di presidenza. E c'è chi non esclude l'avvio della resa dei conti. Berlusconi, quindi, prova a prevenire le possibili mosse e rilancia l'idea di affidare ad Angelino Alfano la guida del Pdl: "È un processo già avviato, me ne occupo direttamente".    MA LA SCONFITTA È EVIDENTE Il premier non nasconde la sconfitta, anzi scandisce che "è evidente". Ma ora "l'importante è non abbattersi. Il governo non ha altra strada che andare avanti con nervi saldi". Dunque, avanti con le riforme, giustizia, fisco, Mezzogiorno. Ma c'è anche la riorganizzazione del partito a cui pensare. E' un tasto dolente e Berlusconi non lo nasconde, tanto che spiega che ora si dedicherà a questo per "la riorganizzazione" e per un maggiore radicamento sul territorio. Nessun tono acceso, tranne quando parla direttamente di Milano e Napoli: la sconfitta nel capoluogo lombardo è quella che più scotta, perché da sempre è la sua città, è il cuore del berlusconismo, da lì ha lanciato il predellino. Per questo, ai milanesi che invece hanno scelto la sinistra, dice che devono "pregare il buon dio". Mentre a Napoli, dove De Magistris ha ottenuto percentuali bulgare, il premier dedica solo un passaggio: lì "penso che si pentiranno tutti moltissimo". Insomma, la sconfitta è evidente ma "io sono tranquillo, non ho rimorsi". E forse per il premier la colpa è anche - come del resto aveva detto qualche giorno fa - dei candidati. Anche se, a questo punto non si poteva fare diversamente, dice a fine giornata.  In cima ai pensieri del premier ora c'è la necessita' di blindare ancora di più l'asse con Bossi, per salvare l'ultima parte della legislatura, ma sapendo che la Lega - che non può cantar vittoria in quanto ha anche lei perso le amministrative - pretenderà una svolta vera e non certo con riforme a costo zero.  

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