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Berlusconi investe Giulio

Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, e il premier Silvio Berlusconi

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Di Mario Sechi Per la prima volta separa la leadership dalla premiership. Per la prima volta dalle sue labbra affiora l'innominato alla successione: Giulio Tremonti. Quella che Silvio Berlusconi ha rilasciato a Porta a Porta è un'intervista importante. Il Cavaliere è apparso ben diverso dall'uomo che descrivono i suoi avversari. Calmo, determinato, consapevole di essere - comunque vadano le cose - a un giro di boa decisivo della sua avventura umana e politica. Quando il Presidente del Consiglio di fronte alla cronista Cecilia Primerano ha pronunciato il nome e il cognome del ministro dell'Economia, lo studio è stato percorso dallo stupore di molti. Fino a ieri, infatti, il maghetto dei numeri, l'Harry Potter della finanza e della contabilità pubblica, era stato accuratamente tenuto fuori dal delfinario. Da oggi è tutta un'altra storia. E conoscendo il Pdl e il centrodestra abbastanza bene, sono pronto a scommettere che le truppe parlamentari e i dirigenti del partito si divideranno in due famiglie, l'un contro l'altra silenziosamente armate: 1. la famiglia di quelli che Berlusconi ha capito che deve prima o poi passare la mano, fare il padre nobile del centrodestra e lasciare lo scettro al candidato più autorevole; 2. quelli che "meno male che Silvio c'è" e sempre ci sarà, e non avrai altro candidato all'infuori di me. In mezzo a questo scenario da guelfi e ghibellini c'è lui, Berlusconi, professione "spiazzista". Quando tutti credevano che con Giulietto soffiava un forte vento di tremontana, ecco che lui tira fuori dal cilindro il coniglietto suadente, soffice e sorridente. Quello del Tremontino destinato al trono. Un Berlusconi ineffabile, fedelissimo al copione che recita fin dal 1994. Se un successore ci sarà - e prima o poi ovviamente arriverà - potete stare tranquilli, cari lettori del Tempo, che non avrà le capacità istrioniche del Cavaliere. I suoi avversari ancora oggi si concentrano sulle sue barzellette, senza capire che la barzelletta sono loro, i quali con diabolica pervicacia continuano a compiere l'errore di sempre: sottovalutare il fattore B, un misto di creatività, metodo, genio, ordine, improvvisazione, programmazione, intuito e scientificità nel mettere nel menù della politica il reale, il virtuale, il probabile, l'improbabile, il certo, l'indefinito; cioè quel cocktail micidiale che rappresenta un prodotto ineguagliabile nel mercato elettorale: Silvio Berlusconi. I maligni del Palazzo si stanno già divertendo a coniare motti e contromotti, il più gettonato mentre scrivo è il seguente: "Un successore al giorno leva il delfino di torno". Tralascio, per carità di patria, le fantasiose interpretazioni che piovono sul mio telefonino, le quali - debbo francamente dire - superano le teorie del complotto che in queste ore stanno fiorendo su Osama Bin Laden. C'è chi dà Tremonti per "già cotto", c'è chi invece lo vede lanciatissimo verso il Gran Premio Palazzo Chigi 2013, c'è chi chiama il vicino di banco e si prepara a organizzare cordate per impedire l'ascesa dell'ultimo nominato al gioco del Grande Fratello del Cavaliere. Tutti nel confessionale del Pdl dunque, tutti a far conciliaboli, nessuno (come al solito) che faccia un minimo di analisi politica, fosse anche un po' per gioco e non per passione. Proviamoci noi, che di mestiere questo facciamo. Mancano due anni alla fine della legislatura, possono essere molti o pochi; non sono infatti i giorni a pesare o alleggerire questa storia, ma i fatti, gli eventi, gli accadimenti. Questa fine di legislatura non sarà lieve e in discesa. La magistratura, unico vero problema in campo, non mollerà il polpaccio di Berlusconi, perché tutto il resto - lo diciamo con franchezza - praticamente non esiste. Il vero ostacolo saranno le toghe, i processi show, i Torquemada del Barnum mediatico giudiziario. Berlusconi questo lo sa, è consapevole di questo scenario. Noi, inguaribili realisti, stiamo ai fatti: Silvio ha investito Tremonti. E ognuno legga questa frase nel senso che gli fa comodo.

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