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Cambia il Milleproroghe Tremonti media col Colle

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Cambia il milleproroghe e il governo va avanti. Ieri ha presentato il decreto correttivo e ha annunciato che porrà la fiducia sull'approvazione alla Camera. La discussione a Montecitorio riprenderà questa mattina, il voto è previsto venerdì. Ma i contenuti del provvedimento sono stati modificati. Ci perde la Campania e anche il sindaco di Roma Alemanno: salta infatti la possibilità per il Campidoglio di aumentare il numero degli assessori. Addio anche alla riorganizzazione della Consob. Ma c'è di più. Mentre il premier Berlusconi prende le distanze dal caos sul dl: «Il governo non ha poteri - denuncia il Cavaliere - i decreti prima devono essere firmati dal Capo dello Stato, poi vengono modificati dal Parlamento e così, se dal consiglio dei ministri era uscito un focoso purosangue, ci si ritrova di fronte ad un ippopotamo». Un modo per rimarcare che la responsabilità di questo «pasticcio» non è sua, tanto che il Cavaliere non compare in nessuna delle occasioni della giornata utili per sbrogliare la matassa, lasciando Tremonti solo a gestire la partita. La giornata inizia con una serie di riunioni alla Camera. Poi il ministro Tremonti sale al Colle per informare Giorgio Napolitano sulla situazione in vista del G20. Nuovo giro di riunioni tra il ministro, maggioranza, opposizione e anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. E arrivano in aula le proposte di Tremonti. «Il governo è disponibile a cambiamenti», chiarisce. È stata modificata la norma sull'anatocismo, la cosiddetta salva-banche. Resta fermo il principio che «la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall'annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell'annotazione stessa». Ma il nuovo testo prevede che «in ogni caso non si fa luogo alla restituzione degli importi già pagati». Cancellato anche il blocco delle demolizioni delle case abusive in Campania. Il testo originario faceva slittare il via agli abbattimenti al 31 dicembre 2011. Addio anche alla norma sugli immobili acquisti a seguito di esproprio per Roma. Tra le altre modifiche quella della norma sull'incrocio tra Tv e giornali (resta fino a fine 2011); salta anche la proroga della Presidenza dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e sui servizi e pure la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell'Etna. Benché Tremonti sottolinea «l'impegno da parte del governo e anche del Parlamento a non deviare dallo schema del decreto, mettendo contenuti eterogenei», si tenta una nuova mediazione nel Comitato dei 18, cioè delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali che di fatto non hanno esaminato il testo. Ma la mediazione con l'opposizione non si trova: le modifiche non sono sufficienti. La palla passa nuovamente al Governo: il Consiglio dei ministri si riunisce e conferma la possibilità di porre la fiducia già peraltro accordata nel primo passaggio al Senato e questa mattina ci sarà il via libera al maxi-emendamento interamente sostitutivo del testo arrivato dal Senato. Poi toccherà a Palazzo Madama per una approvazione sul filo di lana attesa per sabato mattina. Per completare l'iter servirà la firma di Giorgio Napolitano e la pubblicazione del testo sulla Gazzetta ufficiale. Ma restano i maldipancia. «Esprimiamo profonda amarezza e forte disappunto per la cancellazione della disposizione del decreto Milleproroghe che sospendeva l'abbattimento delle prime case costruite abusivamente in Campania. Nessuno può negare le rilevanti implicazioni sociali ed economiche connesse al grave problema dell'emergenza abitativa in Campania» affermano in una nota i senatori campani del Pdl. «La cancellazione della norma ripropone le preoccupazioni espresse anche in sede parlamentare dove era stato rappresentato il timore di aggravare in maniera insostenibile un disagio e un malessere all'interno di una regione già in affanno per le non poche situazioni di emergenza che soffre ormai da decenni. Non possiamo altresì fare a meno di esprimere la nostra imbarazzata meraviglia, considerando che la disposizione ora soppressa era pressoché identica a quella contenuta nel decreto legge 62/2010 controfirmato dal presidente della Repubblica e approvato dal Senato», concludono. Anche il sindaco della Capitale, Alemanno, si era fatto sentire col responsabile dell'Economia. «Non è finita qui», ha replicato agli Stati generali di Roma, dove il primo cittadino ha incontrato il ministro. L'ipotesi di allargamento della giunta era stata resa possibile da un emendamento al decreto che il sindaco intendeva sfruttare per recuperare gli scontenti della maggioranza dopo il recente rimpasto. «Ciò che mi rammarica di più del non avere tre assessori in più è che non si potrà riequilibrare la quota femminile in Giunta - ha detto Alemanno - non mi preoccupa invece di non poter avere un assessorato allo Sport, visto che c'è la convergenza sulle Olimpiadi».

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