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È morale la causa della crisi

Papa Benedetto XVI

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Assistendo allo «spettacolo» delle proposte più fantasiose, ascoltate e lette, orientate alla soluzione della crisi economica in corso, sempre più son costretto a riconoscere che senza la razionalità della morale cattolica sarà molto difficile riuscire ad uscirne. Così vorrei dare un contributo con una modesta riflessione di principio. Negando le leggi di economia naturale si confondono le leggi economiche opportune. Questo avviene perché la ragione umana, più corrotta della sua stessa natura, ha corrotto l'uso delle leggi economiche. Ma anche il richiamo alla esigenza di morale in economia è preoccupante perché non spiega a quale morale ci si riferisce. Si ha piuttosto l'impressione che ci si riferisca a morali generate arbitrariamente e liberamente da istinti non governati e senza riferimenti, per non sospettare di peggio. Vien da temere che si sia enfatizzato troppo e male il concetto di libertà, fine a sé stessa. Così anche la libertà economica è stata imposta per esser intesa come fine a sé stessa perché è lei che produce il valore uomo. Così ha prodotto un uomo soddisfatto sostanzialmente solo materialmente. E questa soddisfazione materiale è stata imposta come morale vera, altrimenti non si sarebbe potuto produrre l'artificiale crescita economica consumistica e a debito degli ultimi decenni. Ma è vero? L'uomo libero è morale o l'uomo morale è libero? Se non rispondiamo a questa domanda sarà difficile trovare soluzioni sostenibili. Se è vero, come scrisse Jean Guitton, che si possiede veramente solo ciò di cui possiamo privarci (altrimenti sarà lui a possedere noi), dobbiamo riconoscere che per l'uomo di oggi la libertà è stata finora sotto tirannia dei beni materiali, del consumismo alternativa (illusoria) ad altre libertà che presuppongono il distacco dalle cose, da cui oggi dovremo per forza distaccarci, con sofferenza. Appare evidente oggi, durante questa crisi, che l'economia è stata mal usata, sbagliando gli obiettivi ha sbagliato le strategie e le azioni. E di errori ne sono stati fatti fin troppi nel mondo occidentale di radici cristiane, che avrebbe dovuto rafforzare la razionalità di detta morale, anziché disconoscerla, come ha fatto. In campo sociale si è sbagliata la scelta strategica di difesa del più debole, con un assistenzialismo di stato inefficiente e indebitante. In campo politico si è sbagliata la scelta strategica di raggiungimento di obiettivi di uguaglianza, perseguendo un egualitarismo irrazionale. In campo di politica economica si è perseguita una crescita forzata, consumistica e a debito, ignorando la vita umana, ignorando il progresso integrale, penalizzando famiglie e nascite. E soprattutto scoprendo che non avendo fatto figli, oggi questo sistema non è in grado di mantenere i troppi vecchi. La natura è fin troppo logica, per rispettare la vita allo stadio finale va rispettata la vita allo stadio iniziale. Oggi molti si cimentano in proposte fantasiose per risolvere la crisi, ma nessuno ha il coraggio di affrontarla nelle cause, bensì solo negli effetti. Ridicolo, non ci riuscirà mai! Le civiltà sono mortali, le crea e distrugge l'uomo stesso. E ci riesce con eresie che minano la sua natura. Il precetto cartesiano di divisione tra ragione e pratica ha confuso il pensiero dell'uomo, invece bisognoso di unità di vita. Separare anima e corpo blocca il funzionamento di entrambi, perché la ragione cerca verità fini a sé stesse e la volontà si compiace solo di soddisfazione materiali. Separando anima e corpo l'economia lavora per il corpo e non per l'uomo intero. E in più si crea un dogmatismo economico che, nel cercare soluzioni alla crisi, le trova negli effetti anziché nelle cause. Poiché le cause vere della crisi sono morali e centrate sostanzialmente sul rifiuto della vita azzerando il tasso di crescita della popolazione in occidente, mi pare illusorio pensare di risolverla modificando gli strumenti economici o i modelli capitalistici. Come spiega Benedetto XVI in Caritas et Veritate, sono gli uomini che vanno rinnovati piuttosto che gli strumenti. Anche Proudhon sognava di poter eliminare il lato cattivo delle cose e riuscire a conservare quello buono. Ugualmente oggi si sogna di poter risolvere la crisi eliminando la parte cattiva del mercato e del capitalismo. Quale elimineranno? Le cause del debito insensato prodotto o quelle del risparmio sacro e virtuoso?

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