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"Giustizia situazione fallimentare" Il pg alle toghe: serve più riserbo

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{{IMG_SX}}"É oramai sotto gli occhi di tutti come la situazione quasi fallimentare della giustizia e dei suoi tempi si stia trasformando in una situazione che si può definire quasi di insolvenza per lo Stato". E' il quadro tracciato dal procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario che stamattina pronuncia nell'Aula Magna del "Palazzaccio" dopo l'intervento del primo presidente della Suprema Corte Ernesto Lupo. Nelle "considerazioni generali" l'alto magistrato sottolinea, riguardo agli indennizzi per la violazione del principio di un giusto e celere processo, che non si è più in grado di farvi fronte. "E ciò ha portato di recente la Corte di Strasburgo a parlare, senza mezzi termini, di defaillance dello Stato italiano, tale da minacciare perfino i meccanismi di applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali". La Corte europea di Strasburgo ha constatato in 475 casi la violazione della Convenzione europea da parte dello Stato italiano per i ritardi nel pagamento dell'indennizzo liquidato dalle Corti d'appello, riferisce il pg Esposito nella sua relazione ricordando che, per quanto riguarda gli esborsi, "si è passati dalla somma globale di 3.873.427 euro del 2002 a quella di circa di 81 milioni nel 2008, di cui ben 36.500.000 euro ancora non risultano pagati malgrado l'esecutività del titolo". "Dunque non solo lo Stato preferisce pagare invece che risolvere la problematica dell'esorbitante durata dei processi, ma, per di più, non è neppure in grado di adempiere a tali obblighi di pagamento. Cosa poco consona per un paese che fa parte della elitaria cerchia del G20", sottolinea ancora il pg della Cassazione. L'INTERVENTO DI ALFANO - La "incapacità di fare squadra e le resistenze corporative" sono i fattori che "con amarezza" il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, indica come ostacolo "da più parti" a "qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano". Lo ha sottolineato il Guardasigilli nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel sottolineare di aver "particolarmente apprezzato" le parole del presidente della Cassazione Ernesto Lupo, secondo cui sull'inefficienza della giustizia "nessuno può chiamarsi fuori limitandosi ad avvitare le colpe altrui" Alfano punta l'indice contro le "resistenze" che impediscono la realizzazione delle riforme: "Si tratta di un percorso di riforma difficile, perchè destinato ad incidere su una realtà molto complessa, su diritti inviolabili dell'uomo e garanzie di sicurezza e di libertà che devono essere comunque assicurate, ma anche - sottolinea il ministro - su rendite di posizione, su privilegi duri a morire, su posizioni di retroguardia che si limitano ad ostacolare ogni proposta, bollandola a priori come inefficaci". Ma - ha aggiunto Alfano - "un percorso di riforma è necessario per garantire al Paese adeguati livelli di civiltà e di competitività".

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