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Carlo e Fedele uniti all'assalto di Google

Fedele Confalonieri

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De Benedetti dice: «Berlusconi ha fatto mascalzonate incredibili, ma non è una cattiva persona». «Da che pulpito! Mi disturba parlare di De Benedetti. Non doveva chiedere quei 750 milioni. La divisione della Mondadori è stata fatta vent'anni fa, d'accordo anche con le forze politiche». Così rispondeva il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, incalzato da Aldo Cazzullo sull'Ingegnere durante una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera il 14 maggio 2010. Ebbene, stamattina Confalonieri si ritroverà a fianco di Carlo De Benedetti sul palco del ventiseiesimo congresso nazionale della stampa italiana in programma fino al 14 gennaio a Bergamo. Accanto a loro, il presidente della Fnsi Roberto Natale, Tiziana Ferrario del Tg1, Stefano Folli del Sole 24Ore e gli altri ospiti: Piergaetano Marchetti, presidente Rcs, Jean Martin presidente società dei lettori di Le Monde, Aidan White segretario generale Ifj (la Federazione Internazionale dei Giornalisti). A ciascuno verrà chiesto un intervento sul «giornalismo e le sfide del cambiamento». Non sarà dunque un faccia a faccia, ma di sicuro il dibattito fra il numero uno di Mediaset e il presidente del Gruppo L'Espresso è un appuntamento quasi storico. I due non si ritrovano in un confronto pubblico dal 1989, ovvero dai tempi della guerra di Segrate per il controllo della Mondadori. Una guerra ancora aperta in tribunale con il Lodo sul maxi-risarcimento (750 milioni di euro) alla holding Cir di De Benedetti a cui è stata condannata in primo grado la Fininvest. La sentenza definitiva potrebbe arrivare entro aprile: entro il 22 gennaio i legali dovranno infatti presentare le conclusioni ai giudici del tribunale civile di Milano. Ma l'ultimo colpo è stato messo a segno dall'Ingegnere il 19 ottobre quando la Corte d'Appello ha respinto la richiesta dei legali del Biscione di integrare con nuovi quesiti la perizia depositata il 24 settembre scorso. Eppure l'Ingegnere e Confalonieri stanno lottando contro un nemico comune: quel Google «parassita che prende i nostri contenuti e al quale non dobbiamo più dare pasti gratis». Un'alleanza inedita spuntata nell'ottobre scorso, a Capri, durante un convegno sulle tlc. Da un lato il presidente del Biscione, accompagnato da Gina Nieri, consigliere d'amministrazione del gruppo; dall'altro un Carlo De Benedetti «virtuale» ma non per questo meno incisivo, presente grazie a una video-intervista realizzata da Francois De Brabant.   Entrambi accusavano Google di guadagnare sui contenuti realizzati da altri grazie a piattaforme come Google News e Youtube. «L'arena competitiva si farà più complessa con l'ingresso di player che tenteranno di proporsi come nuovi aggregatori - aveva detto Confalonieri - dai giganti del mondo internet come Google e Microsoft ai produttori di device come Apple e Sony. Tutte multinazionali con risorse finanziarie smisurate, con Google che dispone di una cassa di oltre 30 miliardi di dollari». E poi il passaggio più duro: «In questo contesto non solo il possesso ma anche la difesa dei contenuti premium dalla pirateria sarà essenziale e la lotta a questo fenomeno diventa centrale per ogni produttore di contenuti e andrà condotta con tutte le armi disponibili, rinforzando la tutela della proprietà intellettuale per proteggersi da quei gruppi che la violano sistematicamente». Stessi toni per l'Ingegnere: «Google non può continuare a trarre profitti colossali da contenuti che prende da noi e che a noi costano, senza contare che regaliamo un traffico pazzesco agli operatori di telecomunicazioni e che neppure ci dicono grazie». Secondo entrambi i manager, poi, il modello da sfruttare dovrebbe essere quello della divisione dei ricavi tra piattaforme e produttori di applicazioni, come sta avvenendo per l' iTunes della Apple. Quanto agli scenari futuri, De Benedetti aveva sostenuto che «le news saranno gratuite, perché sono commodities, mentre si pagheranno le analisi». Chissà se stamattina i due troveranno una nuova convergenza nel rispondere alle richieste del sindacato dei giornalisti che porrà sul tavolo alcune questioni calde: dalla lotta al precariato, all'appello agli editori affinché creino nuova occupazione allargando la base produttiva.  

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