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Nadia Pietrafitta Luigi Crespi a passare per «il sondaggista dei finiani» proprio non ci sta.

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Certoè che esiste una discrepanza di vedute per quel che riguarda il peso elettorale attribuito a Fli: se alcuni istituti di ricerca lo danno al 3/5 per cento, altri (come quello di Crespi, appunto) lo vedono oltre l'8 per cento. Crespi cosa succede? «La discrepanza sta nel diverso sistema di valutazione utilizzato e nella particolare natura dell'elettorato di Fli. Gli elettori che Fini soffierebbe al Pdl sono meno del 50 per cento di quelli totali e rappresentano quel 3,5 per cento individuato dalla sondaggista Ghisleri. Il grosso dell'elettorato di Fli, però, è costituito da tre categorie principali: i giovani, quelli che vanno a votare per la prima volta e quelli che nelle tornate precedenti hanno preferito non votare. Il messaggio di Fini è andato a intercettare una quota prima non rappresentato dai sondaggi. Mettere i dati di Fli in relazione con il risultato elettorale ottenuto alle scorse elezioni dall'ex leader di An per me è un errore di metodo perché Fli è un movimento oggettivamente nuovo». Fli, stando ai dati, piace anche a sinistra... «Sì, ha intercettato anche una parte degli elettori di centro del centro sinistra, soffiando circa l'un per cento agli ex Margherita. Poi rischia di intercettare anche una quota interessante dell'Idv: l'un per cento di quelli che, delusi dal Pd, avevano votato Di Pietro per protesta, voterà Fini perché più moderato. E qui si capisce l'aggressività del leader dell'Idv nei confronti del presidente della Camera». Dopo Perugia cosa è cambiato? «L'effetto positivo è durato un paio di giorni. Io però non sono tra quelli che credono che Fini otterrà più voti se si mette a fare l'anti Berlusconi. Quel settore è già presidiato: ci sono tra i tre e i cinque milioni di italiani che sono antiberlusconiani e se li dividono già cinque soggetti politici tra partiti e movimenti. D'altra parte ci sono tra i 13 e i 18 milioni di italiani che votano a destra. Ecco perché Fini dice di non essere "anti Berlusconi", ma "oltre Berlusconi". Il suo è un preciso obiettivo di marketing. Vincerà la sua battaglia se intercetterà il disagio degli elettori delusi dal Pdl». Chi altri potrebbe intercettarlo? «La Lega raccoglierà la crisi di rappresentanza del Pdl al Nord, anche se l'abbuffata di Bossi imboccato dalla "badante" Polverini non è piaciuta all'elettorato del Carroccio e Fli nella Lombardia berlusconiana è al dieci per cento, il dato più importante in tutta Italia. Al Sud la situazione è più complicata. In Sicilia, dove da Berlusconi ad Alfano gli uomini del Pdl hanno sbagliato tutto, Fli dovrà combattere con l'Mpa e - soprattutto - con la Forza del Sud di Miccichè, tanto che adesso arriva sì e no al cinque per cento».

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