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Il giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, si affida ad una metafora: «La politica ha con la televisione lo stesso rapporto che ha con una moglie.

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Inquesti giorni sta accadendo questo: piccoli segnali di carenza di possesso e subito si scatena la crisi. Lunedì sera da Bruno Vespa c'era il direttore generale della Rai che quasi si sfogava. Come quelli che vanno a piangere dicendo "non so cosa fare, mi mette le corna". C'è una perdita di ruolo. Preferivo la politica in cui era molto chiaro e ben definito il limite del possesso. Chi comandava aveva il suo pezzo di televisione. Oggi chi comanda non può esercitare il suo legittimo "diritto coniugale", non la controlla più, ci sono mille pressioni». Quanto alla capacità di influenzare aggiunge: «La mia sensazione è che la grande massa degli elettori non è tanto influenzata dal politico che va in televisione. Non ci lasciamo incantare che in questi giorni Facebook è pieno di massaie che si schierano con Santoro. È un aspetto folkloristico».

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