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Berlusconi in Parlamento a fine mese

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Silvio Berlusconi

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In via del Plebiscito cominciano ad arrivare i membri dell'ufficio di presidenza del Pdl. Oggi dovrebbe essere presentato un documento in cui si rimarca l'incompatibilità degli incarichi nel partito dei finiani ma ci si ferma qui. Nessun accenno agli esponenti del gruppo di Futuro e libertà nel governo, né tantomeno si parla di espulsioni. Ma è chiaro - riferisce un dirigente di via dell'Umiltà - che si affronterà durante la riunione di oggi "l'anomalia di un presidente della Camera che dice che il partito di maggioranza non esiste più". Nel documento, si aggiunge, si sottolinea la necessità di una verifica parlamentare. Il premier, incontrando alcuni deputati questa mattina, ha ribadito di voler continuare a governare. Tra i tanti che hanno varcato il portone di palazzo Grazioli anche l'ex ministro Antonio Martino. A voler evitare il voto è anche il sottosegretario alla  presidenza del Consiglio che oggi ha convocato a palazzo Chigi i responsabili dell'associazione Liberamente, Frattini, Gelmini e Carfagna. L'obiettivo comune è quello di non far precipitare gli eventi. A spingere sull'acceleratore è invece Umberto Bossi che ha ipotizzato per la prima volta le dimissioni di Berlusconi. "E allora - spiegano i finiani - sarà lui ad assumersi la responsabilità della fine della legislatura". BERLUSCONI ALLA CAMERA A FINE SETTEMBRE Il premier, Silvio Berlusconi, sarà presente in Aula a Montecitorio nell'ultima settimana di settembre. Lo ha annunciato il Pdl nel corso della conferenza dei capigruppo alla Camera. La presenza di Berlusconi è con ogni probabilità legata alla discussione sui cinque punti sui quali il governo intende avere la riconferma della fiducia per l'ultima parte della legislatura. Ma Umberto Bossi non ha dubbi: "La vera via d'uscita sono le elezioni. Solo Berlusconi decide: se vuole può fare un passo indietro e dimettersi per andare al voto". E la Lega potrebbe anche non votare la fiducia? "Certo - sottolinea il senatur - se c'è una dimissione o un voto contrario si va al voto". Nel corso della riunione il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha attaccato Fini, sostenendo che la sovrapposizione di ruoli tra Futuro e libertà e presidenza della Camera, priva "Fini dei requisiti per una collocazione super partes". Secca la replica di Fini: "Ne prendo atto, ma non è una questione relativa a compiti e funzioni della capigruppo, per questo non considero necessario dare alcuna risposta in questa sede". Per il vicacapogruppo vicario Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova: "Bossi sembrerebbe pronto a sacrificare il federalismo fiscale per una cinquantina di parlamentari in piu'". Sulla stessa lunghezza d'onda Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd: "La Lega vuole il voto per nascondere naufragio del federalismo. L'ansia di Bossi di andare alle urne nasce dalla paura del fallimento delle promesse fatte: sa benissimo che la riforma federale non sarà mai attuata dal governo Berlusconi e ha rinunciato a questo obiettivo tradendo le aspettative". Il presidente Idv, Antonio Di Pietro, rileva: "Abbiamo depositato una mozione di sfiducia al governo di Berlusconi, ma per poterla discutere in aula ci vogliono 63 parlamentari e noi ne abbiamo 24. E a oggi non siamo riusciti a trovare una firma in più, non dico dei finiani o dei casiniani, ma neppure del Pd. Si abbia il coraggio di mandare a casa Berlusconi".

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