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Il desiderio di Elisabetta la tessera Freccia Alata

Vittorio Sgarbi

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I fondali tirrenici non sono sufficientemente profondi. Fini sogna ora la fossa delle Marianne: ah, avere a disposizione il glorioso batiscafo di Piccard, e immergersi là dove nessun pissi-pissi umano risuoni! Ogni giorno ce n'è una nuova.  Finora si era discettato di case e cose, di mobilia e di motori. Adesso, invece, la faccenda si fa davvero insidiosa, come in certi romanzi della cortigianeria francese del Settecento. Le amicizie pericolose. C'è un libertino dichiarato, uno che si etichetta come un «mandrillo», uno che dice orgogliosamente di sé stesso: «Non per niente Berlusconi mi considera il massimo esperto di gnocca e mi chiede consigli». Monsieur Vittorio Sgarbi: se potesse, staccherebbe le cornici alle tele del Giorgione o di Antonello da Messina e ne sedurrebbe le dame dipinte. Ebbene, accade che il critico d'arte rilasci un'intervista al settimanale "A" e usi un verbo che accende mille suggestioni oblique: «frequentare».   Frequentare chi? Dove? A cosa allude il galantuomo? «Tra Gaucci e Fini, anch'io ho conosciuto bene Elisabetta Tulliani. Veniva a trovarmi a casa. Ma anche La Russa la frequentava, magari ci andava in discoteca. Era una delle tante che incontravo senza impegno». Anche perché, sottolinea Vittorione perfido, la signora «era una curva ben segnalata. Mi sembrava impossibile che qualcuno finisse con l'andare a sbatterci». Ma, prosegue, «abbiamo sopravvalutato Fini e sottovalutato la Tulliani». E così, in un venerdì 13, alle inquietudini di Gianfry - al quale non bastano più pinne e bombole ma serve l'oblò insonorizzato del Nautilus - si aggiunge la rivelazione sgarbiana. Che, messa così, evoca la citazione da De Laclos, quando lo scrittore dava voce alla madame che, rivolta all'amico pericoloso, sospirava "questa cosa trascende ogni mio controllo". Vittorio (non un nome portatore di buone notizie, per Fini) gigioneggia, parlando della più illustre fra le "donne frequentate senza impegno": «Per principio le faccio sempre conoscere alla mia fidanzata Sabrina Colle: è a lei che spetta il giudizio supremo. E quando ha visto la Tulliani ha allargato le braccia». Gelosia? Intuito femminile? Eppure la Colle ha vinto il campionato mondiale della pazienza muliebre, con un partner mandrillo e lei definita come una casta diva. Perché Sabrina storce il naso di fronte alla futura compagna del presidente della Camera? Per via, spiega Sgarbi, di «un dettaglio. Elisabetta mi chiamò mille volte per avere la Freccia Alata, per andare nelle sale vip degli aeroporti. Tutto quell'impegno per un obiettivo minimo non ha deposto a suo favore. Poi con Fini ha alzato il tiro. Probabilmente è diventata sempre più ambiziosa appena ha capito che lui era il bersaglio ideale per la sua ingenuità». Parole che al subacqueo istituzionale avranno fatto sognare razze sconosciute di pesci oceanici, barriere coralline incontaminate, conversazioni salvifiche con lo spettro benedicente di Cousteau. Nel finale dell'intervista ad "A", Sgarbi si produce pure in un vaticinio sulla fine della love story: «Sarà lei a lasciare lui. Gli dirà, più o meno, "ti lascio perché ti voglio bene, e tu sei troppo ingenuo per me"». Ecco. Ma non basta: Vittorio, sornione, affonda la spada fino all'elsa anche su un altro giorno nero di Fini. Quello in cui un nostro reporter sorprese lo stato maggiore di An in un conciliabolo a "La Caffettiera". Sgarbi dixit: «Nel 2005 un cronista intercetta in una bar romano Matteoli, La Russa e Gasparri. Parlano di Fini come di un uomo debole, in declino. "Il Tempo" pubblica tutto e il presidente della Camera li silura. Io sono sicuro che i suoi colonnelli stavano criticando la sua deriva sentimentale: erano particolarmente preoccupati perché conoscevano bene la Tulliani. Loro pensano che Fini vada interdetto. Lui si arrabbia e li caccia con un atto alla Berlusconi. Purtroppo la prova dei fatti dimostra che La Russa e gli altri hanno visto più lontano di Fini. Questo basta per non farne un buon leader». Ely a contatto con Gianfry già cinque anni fa? Misteri romani. Poi, quando calano le ombre della sera del venerdì 13, il colpo di scena. Vittorio precisa: «Non ho mai detto di avere frequentato la Tulliani assieme a La Russa, ho detto che lui la conosceva, e io lo so perché l'unica, lecita - anche se insistente - richiesta che mi veniva da lei, era la stessa che lei aveva fatto a La Russa, di potere avere la conferma della tessera "Freccia Alata" dell'Alitalia». Tutto 'sto casino per saltare le code di una compagnia aerea in grave declino? Può essere. Nota all'ora di cena Sgarbi: «Una richiesta così semplice a un "Colonnello" e a un "Generale" fuori servizio come me può fare pensare a quali interessi dichiarati potesse avere come simpatizzante di uomini di centrodestra, valutando il loro diverso potere. Arrivata al Duce può aver fatto altre richieste, tutte legittime, ma la tessera "Freccia Alata" non le serviva più perché il Presidente della Camera ha diritto ai voli di Stato». E La Russa? Il nostro Fabrizio dell'Orefice lo interpella: «Sgarbi? Cagate. Non ho conosciuto Elisabetta con lui, ma con Fini. Siamo andati in un posto e una persona ci ha presentato la Tulliani. Io non l'ho mai frequentata. Punto». Che anno era? «Fine 2004, inizio 2005 circa». Quindi quando parlavate lei, Gasparri e Matteoli alla Caffettiera, estate 2005, già stavano assieme? «Senta, oggi mi girano i coglioni e non mi va di fare alcuna intervista. E poi proprio a voi del Tempo!». Clic.  

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