Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il buon Gesù e le pietre dei giacobini

default_image

  • a
  • a
  • a

Gesù, che di certe cose aveva un po' di pratica, disse: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra" (Gv 8,7). Una bella verità sulle cui fondamenta si regge da sempre la civiltà liberaldemocratica. Una linea di demarcazione perfino antropologica, direi. Tant'è vero che un liberale come Ostellino, sul Corriere, difende - sulla base di questi principi cristiani, secolarizzati, e divenuti sostanza del vivere comune - il criterio della separazione tra etica e politica. Non c'è di mezzo il solito Montesquieu, ma potremmo tirare in ballo anche la logica empirica e politicamente stringente dell'americano Thomas Paine, più moderno, nel 1776, di quanto lo siano oggi le Fini Granate piombate sul tavolo degli antichi alleati. Non si può consegnare il Parlamento e il Governo - osserva Ostellino - alla magistratura, adducendo l'inammissibile principio secondo il quale ogni indagato debba dimettersi. Vero. Sottoscriverebbe anche Gesù, che amava molto i laici e metteva in guardia dai moralisti ottusi e violenti. Se l'etica diventa la matrice generativa in grado di "creare" la natura codificata e intangibile della politica, abbiamo il gulag sotto casa. Il giacobinismo ha mostrato costantemente questa matrice e, infatti, il fondatore di questa sciagurata ideologia - un "ismo", tanto per cambiare - si faceva chiamare "l'Incorruttibile". Vittima egli stesso, alla fine, della pietra che aveva scagliato con troppa leggerezza. La solita vecchia storia. Perfino calibri non propriamente liberali come Drieu la Rochelle si avvidero di ciò: ogni totalitarismo ha radici giacobine. Che dire, allora, di questo "Rinascimento etico", che attraversa il Palazzo, sotto l'egida del Presidente della Camera, corte inclusa, a un passo, vecchi campioni del genere come Di Pietro e, alle spalle, baby-pensionati come Grillo? Per afferrare il bandolo della matassa, facciamo un passo indietro e risaliamo la corrente storica fino al 1993: il Parlamento è in mano alla magistratura. Fioccano gli avvisi di (s)garanzia, praticamente morti civili e non solo (nove suicidi in carcere), mentre i poteri forti -conigli mannari - si alleano con i nuovi capi della finanza internazionale. Questi ultimi decidono che la politica sia marcia e la giustizia linda come i camici dei dottori di una volta. Lo squadrismo si fonde col giacobinismo e la frittata è fatta. Da questa polveriera ci ha salvati Silvio Berlusconi, nel 1994. Negli States, trovarono bene il titolo: The Italian Guillotine, saggio firmato da Stanton H. Burnett e Luca Mantovani, anno 1998. Nel 2001, usciva, per Ideazione, un saggio dello storico Virgilio Ilari, Guerra civile, che tratteggiava la storia italiana dal secondo dopoguerra come una guerra civile permanente, con un epicentro di imbarbarimento e degenerazione strutturale senza precedenti: Mani Pulite. Nasce da queste acque torbide - gli anni '90, ancora da studiare - la fine del sistema politico democratico e la fine dei partiti, con la loro cultura di riequilibrio dello scontro unitamente al primato della scelta politica rispetto alla deriva giacobino-eticista. Pacificazione nell'ordine delle realtà extra-politiche e conflitto permanente - mai ultimativo! - in ambito di scelte di campo e politiche. Funzionava bene prima che qualcuno decidesse - senza passare per le urne - che si dovesse dare il via alla caccia grossa al politico, con la conseguente stura di una cosiddetta " nuova classe dirigente". Nata soltanto per riempire quel vuoto politico con il giustizialismo brutale e un tanto al chilo. Una subcultura divenuta mantra nazionalpopolare. "Fiat justitia, pereat mundus". E il moralista di turno - dopo aver consumato un paio di festini con i convitati al suo seguito - si ritrova alla gogna per le stesse ragioni che meritava, a suo dire, il Nemico. Cicchitto dice bene: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Non si sostituisce mai la politica con l'etica giacobina. Il rischio è sempre di perdere la prima senza aver arricchito le Tavole della Legge.  

Dai blog