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Manovre a vuoto per arrivare a Silvio

Inchiesta P3, Flavio Carboni con Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi davanti alla casa di Denis Verdini

Cosentino si dimette da sottosegretario

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Una guerra tra bande. Dall'inchiesta sull'«eolico» in Sardegna alla scoperta della P3 è tutto un intreccio di trattative e sgambetti tra esponenti dello stesso partito: il Pdl. La cricca di Flavio Carboni tira dentro il coordinatore Denis Verdini e cerca di coinvolgere anche il premier Silvio Berlusconi. Un tentativo fallito stando proprio alle carte e alle intercettazioni. Migliaia di pagine di un'informativa dei carabinieri che rivelano comportamenti scorretti tra colleghi della stessa parte politica. Tentativi di accaparrarsi posti e affari. Coinvolti anche giudici e magistrati. e ieri il Csm ha aperto un procedimento nei confronti di Alfonso Marra il cui nome è appunto apparso nell'inchiesta sull'eolico. La battaglia è sulle candidature alle regionali. La cricca punta su Cosentino mentre un'altra parte del partito vuole Caldoro. Una guerra senza esclusione di colpi come è già emerso nell'inchiesta. I dettagli sono ancora più preoccupanti del clima che agita il partito di maggioranza. È il 22 gennaio di quest'anno quando il giudice tributario Pasquale Lombardi e l'ex assessore Arcangelo Martino, entrambi arrestati, parlano del rischio che sia Caldoro a ottenere la candidatura a Palazzo Santa Lucia. Martino si rivolge a Lombardi che gli ha riferito che deve vedere Nicola (Cosentino). Dialoghi in napoletano tanto che gli investigatori traducano il dialetto. Martino: «Vabbè, vabbè, vabbè fai bene a vederlo fai bene a vederlo. Senti, ti volevo dire. Vabbè, noi domani c'abbiamo una giornata intera per parlare perché secondo me stava (inc) perché lì a Roma probabilmente stava in discussione la cosa di questo Caldoro». Lombardi esclama: «Ancora?» Martino: «E non è detto che passi, eh». Lombardi: «Potrebbe anche ... ah, non è detto che passi, e se non passa isso vene n'altra volta cu nui». Martino è determinato. «Se non passa lui c'è la nostra proposta, fai fare a me» L'interlocutore si affida «E fai tu, Madonna mia bella». Martino lo tranquillizza. «Io ho parlato con tutti e sto aspettando una, un invito perché devo andare a vedere probabilmente dopo, prima dell'ufficio di direzione che si fa alle otto, essa, essa parlà cu Berlusconi (dovrei, dovrei parlare con Berlusconi), mo vediamo». Tutti i personaggi coinvolti nell'inchiesta «Insider» sono a caccia di Berlusconi. Ci prova Sica ma il premier è al matrimonio della Gelmini e non è raggiungibile. Nel frattempo la scelta cade su Caldoro e Lombardi avverte Cosentino «Mi preoccupo di una cosa sola... che questi ti fanno fare brutta figura come hanno fatto fa alla mugliera di Mastella (arrestata ndr), questo è tutto. Ti ricuordi?. Tieni presente questo quadro». Cosentino non ci sta e Lombardi sostiene che Berlusconi il nodo della candidatura poteva scioglierlo prima. E Cosentino ridendo «Vuonno fa fori Berlusconi». Lombardi: «ma perché è colpa di Berlusconi, hai capito? Perché non si tratta... come lui, capo del governo, si mette a contrattare con un magistrato di merda, con un pubblico ministero. Ma io c'avess fatto 'na cruciata e l'avessi fatto licenzià». E ancora «I suoi consiglieri non sono buoni caro..».   E Sica insiste nel cercare di parlare con Berlusconi e chiede l'intercessione di Martino dopo aver cercato quella di Verdini «...Se lo chiami tu forse mi ascolta un po' di più Berlusconi». La cricca insegue il Cavaliere e Flavio Carboni ne parla con Dell'Utri. Il faccendiere sardo non riesce a parlare con Verdini e il senatore del Pdl lo tranquillizza, «Berlusconi deve preparare un incontro molto importante con fini». Sono i giorni degli attacchi de Il Giornale al presidente della Camera. Carboni sembra capire il momento e Dell'Utri spiega «Purtroppo abbiamo bisogno di Fini».  

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