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Il Pd attacca il Governo e Di Pietro lo vuole in galera

Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro

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Per Bersani è un sintomo di crisi della maggioranza. La Finocchiaro parla di un Governo ormai con il fiato corto. E Di Pietro chiede che la Camera ora autorizzi l'arresto di Cosentino. Dopo le dimissioni del sottosegretario, l'opposizione punta a mettere sotto accusa il premier e il suo esecutivo. «La maggioranza è nei guai» e oggi si è registrata una «vittoria netta dell'opposizione, del Pd, di tutte le opposizioni», dice al Tg2 il segretario del Pd, in missione negli Stati Uniti. «Che poi il partito di Berlusconi voglia farsi rappresentare in Campania da un personaggio come Cosentino - aggiunge - questo lo lasciamo al giudizio degli elettori». Il leader dell'Idv esulta: «Era ora. Cosentino non poteva fare altrimenti. Avrebbe dovuto dimettersi da tempo, visti i suoi precedenti, come più volte è stato chiesto dall'Italia dei Valori - sottolinea Antonio Di Pietro - Adesso chiediamo, come abbiamo fatto oggi in Aula, che la Camera autorizzi il suo arresto, come ha già chiesto l'autorità giudiziaria. E dopo la mozione di sfiducia contro Cosentino, l'IdV si prepara a chiedere una mozione contro l'intero governo Berlusconi». Per il presidente dei senatori del Pd «siamo davanti a un governo in asfissia che, nel giro di poche settimane, ha assistito alle dimissioni di ben due ministri e di un sottosegretario». E Anna Finocchiaro aggiunge: «Le doverose dimissioni di Cosentino sono una vittoria del Pd e dell'opposizione e consentiranno alla magistratura di svolgere, fino in fondo, il suo dovere. Tuttavia esse non risolvono la questione politica aperta dal quadro inquietante emerso dalle indagini in corso. Alla magistratura - spiega ancora la senatrice - spetta ora il compito di far emergere la verità per quel che riguarda gli aspetti penali della vicenda. Tuttavia è al Parlamento che compete ancora la necessità di fare piena chiarezza su un'evidente questione politica ancora tutta aperta, che non si esaurisce con le dimissioni di Cosentino».

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