Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La Lega nel pallone

Esplora:
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

  • a
  • a
  • a

La Lega torna alla carica. Il nemico è quello di sempre, Roma. Ma stavolta è differente: c'è di mezzo La Roma. «La magica». L'attacco viene da Luca Zaia. Il governatore del Veneto se la prende con Unicredit, la banca che ha in mano le sorti della società giallorossa. E il suo messaggio è chiaro: anziché salvare una squadra di calcio, in tempi di crisi farebbe meglio a pensare «a un intervento vero, con soldi veri, a sostegno delle famiglie e degli imprenditori». «Del Nord», ovviamente. Zaia non ha dubbi: «Le banche gestiscono la raccolta del denaro nei territori di riferimento e svolgono una funzione sociale - dice - allora a Unicredit chiederei di mettere in cantiere, per lo meno, un intervento di tipo autenticamente federalista: se l'operazione Sensi-Roma vale 325 milioni di euro, Unicredit ne metta sul piatto il doppio per fare qualcosa di utile nel Nord del Paese». La parola magica è «federalista». Negli ultimi mesi agli uomini del Carroccio è bastato un attimo per far diventare il federalismo il pretesto di dure battaglie contro la Capitale e il Sud del Paese. Della serie, va bene la versione light del sogno secessionista, ma almeno ogni tanto fateci combattere. La trattativa in corso tra la famiglia Sensi e Unicredit diventa così un'ottima occasione: «Mi rifiuto di pensare - spiega Zaia - che il dottor Profumo possa avallare operazioni che rischiano di scaricare sui soci della banca per primi, e sui risparmiatori poi, le conseguenze di un affare andato male come la Roma calcio». In realtà l'attacco è impreciso, se non privo di fondamento. Unicredit non sborserà neanche un soldo. Sta solo cercando di recuperare quelli che negli anni ha prestato ai Sensi. Il governatore del Veneto vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Io so che Roma, sotto la formula di Roma Capitale, ha veramente esagerato su tutti i fronti e sbuca ovunque. Lo abbiamo visto nella vicenda per la candidatura olimpica e adesso ci risiamo». L'ex ministro delle Politiche agricole aveva già ammonito l'ad Profumo quando aveva scelto tra Roma e Venezia per le Olimpiadi del 2020: «Non doveva aderire al Comitato per la promozione di Roma, lui governa una banca che trae la sua forza da molte realtà del Nord Est», aveva detto. Gianni Alemanno non gradì allora e non ci sta adesso: «È stata una caduta di stile che il governatore del Veneto si poteva risparmiare. L'Unicredit è impegnata da tempo nell'azionariato della As Roma e, da questo punto di vista, è giusto che svolga il proprio ruolo e che aiuti una delle squadre di Roma a essere sempre più forte dal punto vista sportivo. Questa - conclude il sindaco di Roma - è l'ennesima provocazione nei confronti di Roma che lascia il tempo che trova ma che è veramente fastidiosa». Dure anche le reazioni di politici e tifosi della Capitale. «Zaia prende fischi per fiaschi. Unicredit tutto sta facendo tranne che salvare la squadra», spiega Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio. «Il governatore dovrebbe occuparsi di cose più importanti - dice Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Regione Lazio - per esempio del disastro che il governo sta compiendo nei confronti delle Regioni, compresa la sua». C'è poi chi contrattacca. Come Enzo Foschi, consigliere comunale del Pd: «Il Governatore Zaia stia tranquillo e pensi a spiegare ai suoi elettori cosa fece il loro amico, l'ex ministro Aldo Brancher, per salvare dal fallimento la banca della Lega. I furbetti del Carroccio - continua - abbiano almeno la dignità di tacere su questa vicenda, visto che il loro odio sta già danneggiando ampiamente i romani». La polemica non si placa. Dopo la disfatta degli azzurri ai Mondiali - uscite infelici del Senatùr comprese - questa vicenda dimostra ancora una volta quanto il calcio rappresenti il Paese. L'Italia è nel pallone e la colpa è sempre più spesso degli autogol della Lega.

Dai blog