Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gli abusi e la giustizia belga

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Si dimette Adriaensses, «deluso» per la mancaza di fiducia mostratagli dalla giustizia e amareggiato per essere servito da «esca». E si dimette anche la commissione che porta il suo nome, perché «la fiducia tra la giustizia e la commissione è stata deteriorata e di conseguenza anche la fiducia tra la commissione e le vittime che si sono rivolte a noi». Una scelta presa in appoggio del presidente, in meno di mezz'ora. È il risultato più evidente della cosiddetta «Operazione Chiesa», che ha portato, la scorsa settimana la polizia belga a sequestrare computer e materiale nella sede della Commissione, ma anche a perquisire la casa del primate emerito del Belgio Godfried Daneels e le tombe di due cardinali nella cattedrale di Malines, e a mettere in stato di fermo i vescovi del Conferenza Episcopale belga in riunione per nove ore. Ora gli occhi del Belgio sono puntati sul destino della Commissione Adriaenssens per gli abusi, nata nel 1996 sull'onda della vicenda di Marc Dutroux, serial killer pedofilo. L'eventuale chiusura della commissione, dopo le dimissioni di tutti i membri, sarebbe «un grave danno per le vittime». Ma quale sia la prospettiva futura della Commissione, nemmeno Eric de Beukelaar, portavoce della Conferenza Episcopale Belga, lo sa dire. «È troppo presto per dirlo», commenta. E sottolinea, poi, de Beukelaar, che «non siamo assolutamente in concorrenza con la giustizia. Ci sono casi che non arriverebbero mai davanti alla polizia o alla giustizia civile». Non la pensano così alcuni, che interpretano la discrezionalità della commissione di trattare i casi come una pesante ingerenza con la giustizia. È di ieri l'annuncio del ministro uscente della giustizia belga de Clerck, che intende creare un «gruppo di lavoro» per affrontare la questione sollevata dalle dimissioni della commissione, composta da procuratori generali, che dovrà in particolare trattare la questione del posto da assegnare alle vittime e la confidenzialità delle informazioni da queste trasmesse. Resta invece bloccato il lavoro dell'arcivescovado: le agende personali dei vescovi belgi, il computer del cardinal Daneels e tutte le apparecchiature informatiche normalmente utilizzate per alimenatere il sito internet dell'arcivescovado e la gestione degli affari correnti.   In Vaticano c'è stato un incontro tra il cardinale di Vienna Schoenborn e il Papa, poi raggiunti dal cardinal Sodano, decano, e dal segretario di Stato Tarcisio Bertone. Due mesi fa, Schoenborn aveva accusato pubblicamente Sodano di aver offeso le vittime dei preti pedofili definendo la vicenda un «chiacchiericcio» e di aver insabbiato a suo tempo l'inchiesta su Hermann Groer, arcivescovo di Vienna accusato di abusi. È stato «bacchettato» dal Papa, si è spiegato con Sodano, ha «chiarito alcuni equivoci» venuti dalle sue dichiarazioni e ha espresso «il suo dispiacere per le interpretazioni date».  

Dai blog