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Filippo Caleri Augusto Parboni La lista di 1.170 italiani che hanno un conto aperto in una banca di San Marino, uscita nell'ambito delle indagini finanziarie sulla Smi, società del conte Pasquini, è stata definita elenco di evasori fiscali.

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Icorrentisti riportati, infatti, potrebbero aver aderito allo scudo fiscale, e cioè alla sanatoria per redditi e immobili non dichiarati, detenuti all'estero, chiuso alla fine dello scorso aprile. Insomma l'elenco dei furbetti potrebbe notevolmente assottigliarsi. Una versione, questa, che filtra da ambienti giudiziari e in parte confermata da fonti vicine al ministero dell'Economia che sottolineano come la richiesta della lista non sia partita dagli uffici fiscali di via XX settembre. Insomma per trovare gli evasori occorrerà incrociare i dati dello scudo con la posizione effettiva dei 1.170 soggetti. Il dossier sarebbe dunque solo il risultato della collaborazione tra l'autorità giudiziaria italiana e quella di San Marino. I faldoni sarebbero stati sequestrati alla Smi (la società con sede nel Titano finita nel mirino degli inquirenti per sospetto riciclaggio) dai giudici sanmarinesi che hanno risposto con sollecitudine alla rogatoria internazionale disposta dal ministero della giustizia italiano. Un atto che conferma la volontà del piccolo stato sovrano di rispettare gli accordi sottoscritti con l'Italia in tema di segreto bancario e che hanno consentito al paese di entrare nella cosiddetta «White list Ocse» (l'elenco dei paesi che accettano di avviare meccanismi virtuosi in tema di antiriciclaggio). L'ufficializzazione dell'ingresso è avvenuta all'inizio dello scorso giugno e per il Titano ha rappresentato un'importante passaggio per far crescere la sua immagine internazionale. Alla prima occasione la magistratura di San Marino ha reso evidente la volontà di rispettare concretamente l'impegno preso. Difficile capire come questo si sia trasformato nella lista diffusa. Forse, prima ipotesi, la classica talpa dei tribunali o del ministero di Via Arenula o forse, seconda ipotesi, si tratta di un semplice elenco delle persone a cui i giudici sanmarinesi hanno dovuto comunicare, per legge, il sequestro di documenti che li riguardavano. Sta di fatto che da fonti non ufficiali si apprende che la Procura di Roma sarebbe in possesso della lista da giovedì della scorsa settimana.

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