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Il successo dei Tg divide la politica

Clemente Mimun alla direzione del Tg5

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Fa discutere l'intervento del direttore del Tg5 Clemente Mimun che, sulle pagine del Tempo, ha sottolineato come, «nonostante l'esplosione del digitale terrestre con la nascita di centinaia di nuovi canali tv e, in presenza di 23 milioni di navigatori italiani che si informano anche attraverso Internet, alle 8 di sera la maggioranza assoluta dei telespettatori italiani continui a sintonizzarsi su Tg5 e Tg1». Il mondo della politica si interroga e reagisce. Secondo Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai e deputato del Pd, «è indubbio che i principali telegiornali pubblici e privati continuino ad essere la fonte prioritaria di informazione per gli italiani, ma, soprattutto nel caso della Rai, è necessario salvaguardare il pluralismo». «Che i Tg continuino ad essere la fonte principale e prioritaria di informazione per gli italiani - continua dialogando con l'Adnkronos - è indubbio, lo dimostrano gli indici d'ascolto e il gradimento dell'opinione pubblica. Sulla priorità seguite per confezionare i telegiornali è chiaro che i giudizi divergono. La cronaca è certamente importante, ma spesso è utile come diversivo e per fare ascolti e un tg di sola cronaca è monco». Di diverso avviso l'altro vicepresidente della commissione Giorgio Lainati (Pdl): «I telegiornali generalisti non passano mai di moda e rimangono la prima fonte di informazione per milioni di italiani ed è proprio per questo che devono fare molta attenzione alla cronaca, cosa che fortunatamente avviene, devono informare i territori su quanto accade anche in quelle realtà sociali». Per l'Udc Renzo Carra «è evidente che nel sistema attuale Tg1 e Tg5 sono i più importanti e i più ascoltati, hanno rendite di posizione che li pongono al riparo da critiche e da problemi». «Il Tg5 - spiega - ha una logica diversa da quella del Tg1, ha sempre privilegiato la cronaca per una precisa scelta editoriale. Il Tg1 invece ha cambiato molto con la direzione di Minzolini, ha spostato in avanti la cronaca, ma il Tg1 ha il compito di proporre i grandi problemi del Paese, mentre ultimamente li supera e li mette da parte, preferendo altri argomenti. Bisognerà vedere se nel lungo termine questa scelta incontrerà il gradimento del pubblico». Immediata la replica di Giancarlo Mazzuca, già direttore del Quotidiano nazionale e oggi deputato del Pdl: «I dati dimostrano che come accadeva tanti anni fa la gente aspetta i Tg delle 20 per informarsi, indubbiamente anche per la loro qualità e il loro notevole livello. Certo, si può obiettare che negli ultimi tempi si dà molto spazio alla cronaca, ma il pubblico preferisce questi argomenti piuttosto che i pastoni politici stile prima Repubblica, con tanti bla bla e tante dichiarazioni da cinque secondi ciascuna. Meglio dare più spazio alla cronaca che al solito chiacchiericcio politico».

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