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Roma al bivio

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Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Una delega per il Piano Nomadi. Sarebbe questa la prima mossa del sindaco Alemanno per dare innanzitutto una svolta al programma di governo della Capitale e cominciare a dare forma agli equilibri interni al partito che, soprattutto a Roma, conta ben più di un problema. E sarà forse una coincidenza il fatto che il nome più sussurrato per la delega al Piano Nomadi sia quello del presidente della commissione Politiche sociali, Giordano Tredicine, che proprio ieri, ha dichiarato: «Sul Piano Nomadi posso dire che da domani si apre una nuova importantissima fase». Un'altra delega dunque che dovrà tuttavia fare i conti con i nuovi equilibri che si stanno via via creando in Campidoglio e che riflettono in modo speculare l'impasse della Regione Lazio. Cresce infatti il «Laboratorio Roma», che conta già sette consiglieri comunali e ha incassato l'adesione di diversi consiglieri municipali, e potrebbe salire a nove eletti in Aula Giulio Cesare, con l'adesione al nuovo «gruppo» di Siclari e Bianconi. Mentre è già realtà il nuovo sodalizio di Samuele Piccolo (il consigliere comunale più votato in quota ex An) con gli ex di Fi che fanno riferimento all'assessore ed eurodeputato Alfredo Antoniozzi. Con Piccolo hanno aderito alla «componente» anche il delegato del sindaco alla Sicurezza, Ciardi e i consiglieri capitolini Torre e La Fortuna. Questi ultimi hanno per il momento abbandonato l'idea di fondare il gruppo della Lega in Campidoglio. Ancora, sembrerebbe sempre più vicina l'uscita dal Pdl per aderire a La Destra di Storace del capogruppo Rossin e del consigliere capitolino Visconti. Nuovi equilibri allora che dalla Regione si calano direttamente in Campidoglio, stretti da un legame sempre più imprescindibile. E che riguarda, ovviamente gli «esclusi» dalle Regionali di Roma e Provincia. Così, mentre la presidente del Lazio è ancora alle prese con la querelle aperta con l'Udc, al quale andrebbe la presidenza del Consiglio regionale e due assessorati (con una quota rosa), e con la minaccia di secessione delle province del Lazio, Frosinone in primis, gli ex consiglieri regionali di Roma guardano sempre più al Campidoglio come terreno non solo di battaglia ma anche di «armistizio» in attesa della quadra regionale (società partecipate incluse). Ecco allora che se gli ex della Pisana, Nicola Palombi, Fabio Desideri, Donato Robilotta si associano sempre più spesso ai «dissidenti» del «Laboratorio Roma» in Campidoglio, gli altri ex, seppure tacciono, si muovono. Così, Maselli, Luzzi, Prestagiovanni, Mazzocchi, Celori, solo per citarne alcuni, hanno aperto le trattative dirette, o indirette, per la presidenza di una delle società regionali o per un posto nella giunta Alemanno. La giunta Alemanno, appunto. È qui che occorre lavorare per recuperare un «vuoto» di rappresentanza e potere che penalizza la Capitale, chiamata tra tre anni al voto per eleggere il sindaco. Dare una svolta nell'attività amministrativa e un nuovo equilibrio politico per mantenere e incrementare il consenso elettorale sono per il sindaco, oggi più che mai, un vero e proprio diktat. E si potrebbe cominciare dalle deleghe, nell'attesa di un rimpasto della giunta che arriverà al più tardi in settembre. La nuova delega per l'attuazione del Piano Nomadi, ad esempio, può essere la prima strada da intraprendere per unire l'utile al dilettevole, anche alla luce di un rapporto non sempre rosa e fiori di Alemanno con l'assessore Sveva Belviso (in quota del sottosegretario Augello, vicino a Fini) che ha tra le sue competenze proprio il Piano Nomadi. Ma se le voci di Palazzo Senatorio che indicano in Tredicine il nuovo delegato del sindaco venissero confermate, si creerebbe un'altra inesorabile frattura all'interno del Pdl. Tredicine, infatti, è vicino al coordinatore romano del Pdl, Sammarco, ancora sotto il fuoco incrociato dei sempre più numerosi consigilieri capitolini del «Laboratorio Roma», per non parlare degli «eslcusi» dalle Regionali. E in cima alla lista per una nuova delega non possono non esserci loro.

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