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Fini scimmiotta il Cav e fonda i "suoi" circoli

Gianfranco Fini

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E bravo Fini. C'è arrivato anche lui. C'ha messo un po' di tempo, ma alla fine ha capito quello che Silvio Berlusconi aveva già capito nel 1994. Cioè che per costruire qualcosa che abbia successo nel panorama politico italiano bisogna usare la parola "Italia" e radicarsi sul territorio. Così, dopo aver dato vita a Generazione Italia, ieri il presidente della Camera ha lanciato i "suoi" circoli. Il Cavaliere, a dire il vero, 16 anni fa li chiamava "club" ma poi, col passare del tempo, si sono evoluti. Fin troppo famosi I circoli del buon governo di Marcello Dell'Utri o quelli della libertà di Michela Vittoria Brambilla. Ma sarebbe ingiusto non menzionare I circoli Liberal di Ferdinando Adornato e I circoli Nuova Italia di Gianni Alemanno. Insomma, Fini rivendica per sé il ruolo di guida della destra moderna, ma per ora si è limitato, almeno nella forma, a scopiazzare dal passato. Anche il modello scelto per annunciare il nuovo passo è tutt'altro che originale: un videomessaggio sul sito internet di Generazione Italia. Da tempo, però, Berlusconi usa il sito dei Promotori della libertà (evoluzione dei circoli made in Brambilla ndr) per comunicare con gli elettori. E proprio ieri l'organizzazione ha fatto sapere che, d'ora in poi, il premier registrerà e posterà un messaggio audiovideo a settimana. Qualcuno dirà che in politica ormai non si inventa più niente e che in ogni caso si tratta di contenitori, mentre l'importante è il contenuto. Fini, ad esempio, ha detto chiaro e forte che bisogna finirla con la «politica fatta sui sondaggi», ma anche con la cultura del «presentismo» (termine già lanciato un anno fa dal vicesegretario del Pd Enrico Letta ndr). Partecipando a un seminario di Farefuturo il presidente della Camera ha infatti denunciato «uno schiacciamento sull'immediato, con la cultura del sondaggio diventata l'unica strategia». «La verità - ha spiegato - è che negli ultimi 15 anni il mondo è profondamente cambiato e la politica, a destra come a sinistra, non ha compiuto alcuno sforzo per modificare il proprio linguaggio, scegliendo purtroppo di cavalcare le paure e il presentismo e cercando un consenso di breve periodo. Abdicando, così, ad una visione di prospettiva». Una circostanza che deve far riflettere, appunto, sul ruolo della politica e dei «partiti-chiesa». «Se è vero che sono tramontati in maniera irreversibile - ha proseguito - è vero pure che essi oggi hanno la responsabilità di fornire ai cittadini gli strumenti per concretizzare il loro impegno politico attraverso la partecipazione elettorale». Ecco allora la «rete» di Generazione Italia che sarà basata su «tanti circoli, volontari, tanta partecipazione e tantissima passione» con l'obiettivo di «costruire un futuro migliore dell'attuale presente, specialmente per i più giovani». Ricordando che Generazione Italia è «un'associazione aperta che opera nel Pdl» per «aggregare buone idee per avere una buona politica», Fini ha quindi invocato un rinnovato impegno, per migliorare il nostro Paese, per imporre il valore del merito come unico metro e strumento di valutazione dei giovani, per rafforzare il concetto di legalità. Secondo l'ex leader di An serve «un'azione politica forte» perché «non si può ridurre l'attività di dirigenti, militanti e simpatizzanti solo alla campagna elettorale». E la politica non può essere «solo mestiere: deve essere partecipazione, anche piena di passione». Inoltre servono idee innovative per «sostenere famiglie e imprese» e ovviamente per sostenere e migliorare l'azione del Governo. E forse non guasterebbe anche qualche formula innovativa.

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