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Corrotti, Silvio lancia l'allarme Pdl

Silvio Berlusconi e Gianni Letta

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Linea dura. Una strategia per il Paese, da attuare soprattutto internamente al partito. Silvio Berlusconi passa al contrattacco. Teme che qualcuno possa pensare di toglierlo di mezzo fisicamente, ma non si lascia intimorire. E, dopo un pranzo con Gianfranco Fini, fa sapere che chi commette reati è fuori automaticamente dal partito e che le liste saranno vagliate con grande attenzione per garantirne la trasparenza. A tutela della privacy, ci sarà anche un varo rapido del disegno di legge che circoscrive le intercettazioni. Berlusconi è arrabbiato e durante il pranzo con il cofondatore e gli altri vertici del Pdl il confronto ruota tutto su questo, sull'esigenza a questo punto di dare un segnale forte al Paese. Si parla a lungo del caso Pennisi a Milano. Una vicenda che al Cavaliere proprio non va giù. Con la terza carica dello Stato avrebbero così concordato l'esigenza di adottare una strategia tutta d'attacco: subito il provvedimento anti-corruzione in Consiglio dei ministri e patto con Gianfranco Fini per vagliare tutte le candidature e «dare una risposta al Paese».  E proprio ieri, tra l'altro, l'Antimafia ha varato un regolamento offerto ai partiti per scegliere i candidati alle elezioni regionali,provinciali, comunali e circoscrizionali. «Non una legge - spiega il presidente dell'Antimafia Beppe Pisanu - ma un codice di autoregolamentazione che i partiti potranno decidere liberamente se adottare o no». Ciò non significa, avverte il premier, che siamo davanti a una nuova Tangentopoli perché alcuni «birbantelli» non possono riportare la lancette al '92-'93. Poi, c'è la vicenda Bertolaso, le inchieste sugli appalti riguardanti il G8. Dopo aver trascorso la mattinata all'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola Ufficiali dell'Arma a Roma, parlando con due agenzie di stampa esprime le sue posizioni. Il primo tema, quello più caldo, sono le indiscrezioni su un possibile coinvolgimento del suo braccio destro. Quel Gianni Letta che, come ha confidato ad alcuni senatori, Berlusconi continua a vedere bene al Quirinale. Le voci su Letta lo infastidiscono, lo irritano. Dopo aver soppesato attentamente le parole, scandisce: «Sembra quasi che sia un peccato darsi da fare... se c'è qualcuno che veramente è straordinario sul piano dell'operatività e dell'operare per il bene comune è proprio il dottor Letta». Altra pausa, poi l'affondo: «Non credo che Letta debba assolutamente tenere conto di voci che sono soltanto delle dimostrazioni di inciviltà e di barbarie». Inutile chiedergli se gli confermi piena fiducia. «Ma certo - risponde -, lui non si tocca». Il premier pensa ancora ad una trappola ordita contro il governo. «Non ne posso più, è una vergogna che bisogna far finire subito», avrebbe osservato nella riunione di ieri con Fini. Riunione in cui si è parlato, ovviamente, anche di regionali (in primis il caso Campania). I due cofondatori si sono trovati d'accordo nei criteri di composizione degli elenchi: liste pulite e candidati giovani. Sono una risorsa immensa e un partito che non li candida non ha futuro. Su questo, tutti d'accordo.

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