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Stop a Santoro: è rissa Pd-Pannella

Michele Santoro

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Trenta giorni senza Michele Santoro. Il sogno di molti potrebbe diventare realtà durante la prossima campagna elettorale per le Regionali. Basta con i processi in diretta a Silvio Berlusconi, basta con le interviste esclusive alle Patrizio D'Addario di turno, basta con i teoremi e i complotti. Al loro posto garbati confronti televisivi tra candidati. Nulla di più. No, non è un sogno, ma quello che accadrà se dovesse arrivare in porto (il condizionale è d'obbligo vista la polemica che si è scatenata) il regolamento approvato dalla commissione di Vigilanza Rai martedì sera. Il tema è un evergreen della politica italiana: la par condicio. Ogni volta che si avvicina il voto se ne torna a parlare. C'è quello che si sente escluso dalle trasmissioni televisive e inscena proteste (il più gettonato è lo sciopero della fame) e quello che, invece, si lamenta perché non si può dar voce a chiunque. Le Regionali 2010 non fanno eccezione. Ma stavolta c'è una novità. Il testo approvato in Vigilanza e messo a punto dal Radicale-deputato Pd Marco Beltrandi, infatti, stabilisce che «a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione della candidature (dal 28 febbraio ndr)», le trasmissioni di informazione e approfondimento saranno «disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica». Tradotto dal politichese: Annozero, Ballarò, Porta a Porta, In mezz'ora (solo per citarne alcune) dovranno trasformarsi in tribune elettorali. Spazio per tutte le formazioni politiche e tempi divisi in parti uguali. In alternativa possono sempre rinunciare ad andare in onda. Insomma, basta con i comizi di Michele Santoro e spazio ai comizi dei candidati. Immediata e scontata la polemica. Anzitutto all'interno del Pd. Beltrandi, pur appartenendo alla «delegazione radicale», è a tutti gli effetti un deputato Democratico e quindi ha agito contro il suo gruppo che, invece, ha preferito lasciare la Commissione prima del voto finale. Uno schiaffo in faccia ai Democratici che sostengono Emma Bonino come governatore del Lazio. E c'è chi giura che presto potrebbero arrivarne altri. Poi c'è il ruolo giocato dall'Udc. I centristi si sono astenuti e sono rimasti in Aula garantendo il numero legale e, quindi, l'approvazione del provvedimento. Un'ulteriore dimostrazione che le distanze tra il partito di Pier Ferdinando Casini e quello di Pier Luigi Bersani rimangono anche se il segretario del Pd sta facendo di tutto per conquistare l'Udc. Nel frattempo Santoro sbraita: «È un abuso di potere su un terreno regolato dalla Costituzione che prevede la libertà di espressione e l'autonomia dei giornalisti». Beltrandi si difende e punta il dito contro Annozero che «è antiberlusconismo con un ospite fisso: l'Idv» e Ballarò che «ha creato Renata Polverini». Mentre per Silvio Berlusconi non c'è nulla di scandaloso: «Credo che nella decisone abbia pesato il fatto che la classe politica si proponga in trasmissioni pollaio». Meglio quindi «tirare il collo» a quel «galletto» di Santoro.

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