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L'amico Silvio accolto da ironia e calore

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«Unvero amico» dicono i giornalisti . Israele, un paese che spesso si sente isolato dalla comunità internazionale , è ben felice di accogliere l'«amico» italiano. I giornali, le televisioni , le radio seguono le vicende del Cavaliere sempre da vicino e gli israeliani sono sempre pronti a perdonarlo. «Dopo la carrellata di rock star arrivate in Israele quest'estate (Madonna, Leonard Cohen, Elton John , tra qualche mese), ieri è arrivata la vera superstar , dice Yedioth Ahronot in un articolo. Al telegiornale del secondo canale, il più seguito in Israele, un'ampia copertura dell'arrivo di Berlusconi: come sarà la sua stanza d'albergo, quali sono i tipi di the che preferisce, se si sono ricordati di non aggiungere aglio o cipolla nei cibi perché, come tutti sanno, non piacciono al premier italiano. Un rapporto cosi saldo che neppure l'intervista pubblicata sul quotidiano Haaretz in cui Berlusconi esprime la sua contrarietà verso l'espansione delle colonie in Cisgiordania e la volontà che gli israeliani riconsegnino le Alture del Golan alla Siria, non ha intaccato neppure un po' l'idilliaca amicizia tra Gerusalemme e Roma. Meir Shalev, direttore dello Yad Vashem è l'unica personalità israeliana ad aver commentato la visita del Cavaliere: «Ho visto negli occhi di Berlusconi sincera commozione mentre guardava le foto dei sopravissuti all'Olocausto. Ha fatto il giro del museo con estremo interesse soffermandosi in più punti». Unica spina i fiorenti commerci tra Italia e Iran . «L'Italia ha quadruplicato il commercio con l'Iran negli ultimi anni» diceva un articolo di Maariv apparso lo scorso fine settimana. Un giro di affari di sette miliardi di euro solo nel 2008. Israele chiederà all'Italia di dare un chiaro segnale a Teheran: la politica nucleare porta all'isolamento politico ma anche a serie ripercussioni economiche. Per le strade di Gerusalemme non manca anche un po' di satira sulla visita dell'«amico Berlusconi». Per poco meno di dieci euro in vendita magliette con un Berlusconi arabo-palestinese, con la khefya di Arafat oppure un Berlusconi ebreo con tanto di peot, i riccioli rituali e cappello nero. Dietro alla maglietta una scritta : Don't Worry be jewish. Ma.Vi.

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