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Polverini sfida la sinistra sui temi della sinistra

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«Potrebbeessere uno dei nostri. Peccato che non sia uno di noi». È il commento che rimbalza nel gruppo del Pd, a pochi minuti dal termine della presentazione ufficiale di Renata Polverini quale candidata per la Regione Lazio. Non serve infatti essere un analista politico per capire che il Pdl questa volta ha messo in campo un cavallo di razza che darà del filo da torcere al candidato del centrosinistra soprattutto perchè (ed è ciò che temono nel Pd) parla un linguaggio che potrebbe essere di sinistra. Ovvero ha quella sensibilità alle tematiche sociali e del lavoro, quell'attenzione alle categorie più deboli e quell'infervorata passione per la politica del porta a porta e non dei salotti, che la sinistra ha sempre rivendicato e ostentato come un patrimonio proprio. Non solo. Viene dal mondo sindacale dove ha già messo a punto un paio di vittorie. Quella di aver sdoganato la sigla più reietta, l'Ugl, portandola al tavolo delle trattative a fianco di Cgil, Cisl e Uil, e di aver conferito allo stesso sindacato un'ampia autonomia dai partiti di riferimento. Un doppio traguardo raggiunto con fatica, in cui l'essere donna è stato all'inizio un handicap perchè ha dovuto fare i conti con quel mondo maschilista che doveva essere «il sindacato dei fasci». Questo ha fatto della Polverini una «tosta» che non ha intenzione di mietere consensi solo insistendo sul fatto che è la prima candidata donna. Lei vuole parlare di cose concrete, senza retorica, in modo diretto e semplice. Ha già detto che vuole cambiare il linguaggio della politica. «Sulla sanità non parlerò di bilanci e per capire cosa fare sui trasporti voglio andare a vedere di persona quali sono i disagi dei pendolari». Come sindacalista ha abbattuto il muro che divideva le istanze degli operai di destra da quelli di sinistra perchè le piattaforme sociali non hanno colore. Di sicuro questa sarà la sua linea per le Regionali ed è ciò che a sinistra temono e invidiano al tempo stesso. «Io non accetterò provocazioni, nè perdite di tempo su questioni e temi sterili» ha detto. L'ha mostrato chiaramente ieri quando ha accennato all'aggressione a Berlusconi solo citando la data del 13 dicembre («è raggiunto il punto più basso della politica»), senza imbastirci sopra un attacco alla sinistra; o evitando riferimenti al caso Marrazzo ma limitandosi a dire che «i fatti recenti hanno creato una disaffezione verso la Regione». Ha annunciato che a gennaio presenterà il programma elettorale che sarà di pochi punti e con una tempistica precisa. Subito dopo le vacanze di Natale saranno insediati il comitato elettorale e la squadra. I due capisaldi della sua battaglia politica saranno la famiglia e la vita. «La famiglia è infatti per me al centro di tutto: lavoro, salute, giovani, anziani, studio». Subito dopo le vacanze di Natale la Polverini comincerà a lavorare ad una sua lista civica. Quanto alle alleanze si è detta «ottimista per il raggiungimento di accordo con l'Udc». Ieri immancabili le telefonate di Berlusconi e Fini.

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