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Giustizia, il Pdl stringe i tempi

Il ministro della giustizia Angelino Alfano

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Sulle riforme, in primis quella della giustizia, il Pdl accelera, Luciano Violante pronuncia parole di cauta apertura, ma il segretario del Pd Pierluigi Bersani frena: sì al dialogo, ma niente leggi ad personam e se va avanti il processo breve le riforme si fermano. Scudo per le alte cariche istituzionali e processo breve sono indispensabili, ribatte la maggioranza, annunciando intanto «modifiche» al ddl che fissa in un massimo di sei anni il tempo di tutti i gradi dei processi. È l'ex presidente della Camera Luciano Violante, dalle pagine del Corriere della Sera, a riflettere sulla «fragilità strutturale del sistema» e a rilanciare l'idea di riforme costituzionali condivise, «dentro le quali si deve rivedere anche il rapporto tra politica e giustizia». «Da nove giorni - osserva Violante, con un ragionamento assai apprezzato dalla maggioranza - il futuro politico del sistema italiano sta girando attorno alle parole di un pentito di mafia». A fronte della fragilità del sistema, serve «un gesto sano per il nostro paese, che oggi ha un unico perno attorno a cui, bene o male, ruota: il presidente del Consiglio», il cui carisma non può essere indebolito senza indebolire il sistema, che va «consolidato attraverso riforme». La maggioranza drizza le antenne. «Le riflessioni di Violante non possono non essere apprezzate» commenta un attimo dopo Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. Nelle parole dell'ex presidente della Camera, insomma, la maggioranza trova conferme alla teoria per la quale i pentiti mafiosi sarebbero ispirati da ragioni politiche. «Il Lodo Alfano ieri ed il ddl sui processi brevi oggi - subito si incunea Osvaldo Napoli, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera - non sono provvedimenti ad personam, ma servono ad evitare il collasso del sistema attraverso la messa in crisi del governo Berlusconi. Il Pd farà bene a rivedere la rotta fin qui seguita». Intanto Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, annuncia modifiche al processo breve. «Non si può vivere di solo antiberlusconismo: è necessario fissare tempi ragionevoli per i processi, perchè è un atto di civiltà e non bisogna domandarsi se serva a questo o a quell'altro». Ma l'ottimismo viene immediatamente gelato dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Mai a leggi ad personam. Noi siamo pronti a parlare di rapporti sistemici tra giustizia, parlamento e politica. Abbiamo le nostre proposte e siamo anche disposti a discutere per parti - dice - Ma vanno ritirate soluzioni ad personam». Niente processo breve, perciò. «Se si vuole cancellare migliaia di processi ai colletti bianchi - aggiunge Bersani - si creerà un clima che renderà difficile fare le riforme». Non basta. Il segretario del Pd dice anche di non credere alla teoria del complotto contro il premier, ma aggiunge «Siamo al tramonto di un ciclo». Ma nell'opposizione anche Pdci ed Idv considerano quello di Violante un azzardo pericoloso. Massimo Donati, capogruppo Idv alla Camera avverte: «No a colpi di spugna per i processi su Berlusconi e la politica».

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