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«Il governo riparta dal programma Ora occorre il quoziente familiare»

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«Daimomenti di crisi si esce con le riforme, e non aspettando che i mesi passino». Con queste parole il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha riassunto il senso della conferenza «Valori e partecipazione», organizzata dalla Fondazione Nuova Italia, di cui è presidente. Un'occasione per presentare sei convegni che si svolgeranno tra la fine del 2009 e il 2010. Al centro della discussione torna dirompente il tema delle riforme che costituiscono una priorità, soprattutto per una fondazione che vanta tra i suoi sostenitori molti esponenti ex-An vicini all'area della destra sociale. E, prima tra tutte, per l'appunto, quella sul quoziente familiare. Un argomento che sarà trattato il 26 aprile 2010 in una conferenza ad hoc dal titolo: «Quoziente familiare ora. Una riforma fiscale e sociale per la famiglia nel corso di questa legislatura». Un'ipotesi che prevedrebbe, per l'appunto, di spalmare su tutti i componenti della famiglia il reddito del capofamiglia abbattendo in tal modo il carico fiscale. Ed è proprio Alemanno, dopo aver ascoltato le parole della deputata Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità del Pdl, a spingere affinché il parlamento si mobiliti per dare un segnale concreto alle famiglie: «Noi siamo il Paese in cui si parla più di famiglia ma nel quale le politiche in questo senso sono più deboli. È un paradosso inaccettabile. Quindi questo Governo non deve commettere l'errore di non affrontare il problema, come è successo in passato». E ha concluso: «La riforma sul quoziente familiare è stata un'opportunità persa nella legislatura 2001-06 quando anch'io ero ministro e che ora bisogna non lasciarsi sfuggire». Ma non solo di riforme sociali si parlerà negli appuntamenti della fondazione. Marcello Taglialatela (coordinatore Pdl a Napoli) infatti sarà il promotore della prima conferenza, che si terrà l'11 dicembre nel capoluogo partenopeo, dal titolo «Obiettivo Sud: più Stato e più mercato». Esattamente un mese dopo Alfredo Mantovano (sottosegretario agli Interni) a Roma ne curerà una su immigrazione e identità nazionale. E poco dopo il senatore Maurizio Castro (commissione Lavoro) accoglierà il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per spiegare come, attraverso la partecipazione, fuoriuscire dalla crisi. Un'agenda di convegni che si concluderà il 6 ottobre 2010 con un appuntamento al quale interverranno il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal titolo: «Da Roma Capitale all'Unità nazionale. Appuntamenti per sanare le fratture dell'identità italiana». Un percorso che rappresenta il programma che la Fondazione sottopone all'attenzione del governo e del parlamento: «L'obiettivo - commenta Alemanno - è quello di rilanciare l'agenda di riforme facendo in modo che dai valori tradizionali e dalla nostra tradizione culturale non venga una posizione conservatrice ma riformatrice. Traiamo spunto dalla destra sociale, dai valori identitari e tradizionali e l'aspirazione a raggiungere obiettivi di giustizia sociale». E sul tema della giustizia Alemanno spiega: «In questo momento sta emergendo un profondo squilibrio tra una magistratura sempre più forte e influente e una politica troppo debole». E, proprio in conseguenza di ciò, ha aggiunto: «Si proceda ripresentando il Lodo Alfano attraverso una legge costituzionale». Ma il primo cittadino di Roma vuole precisare che nessuno veda la Fondazione come una corrente all'interno del Pdl e spiega: «È naturale che in un partito che si attesta al 40% ci siano diverse anime che però non devono sclerotizzarsi in correnti come accadeva nella Dc». Nessuna "terza via" quindi rispetto alle linee politiche tracciate da Berlusconi e da Fini. E proprio su quest'ultimo racconta: «L'ho sentito e mi ha garantito che non ha nessuna intenzione di uscire dal Pdl» anche se poi prende le distanze dal presidente della Camera sostenendo che «le riforme migliori sono di certo quelle che si fanno insieme ma questo non significa che non si possano fare anche con la sola maggioranza parlamentare». L'ultimo passaggio il sindaco della Capitale lo dedica all'immigrazione: «Coloro che vogliono venire a lavorare in Italia devono poterlo fare con regole certe e in un quadro rotativo, cioè con l'idea di poter lavorare per un periodo in Italia e che poi tornino nei Paesi d'origine». E conclude: «Occorre una proposta di legge organica che metta insieme le esigenze di dissuadere l'immigrazione illegale e di creare meccanismi più chiari e trasparenti per quella legale».

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