Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

"Partiamo dal piano casa"

Ugo Cappellacci

  • a
  • a
  • a

Lo slogan che campeggia sul suo sito personale è: «La Sardegna torna a sorridere». Lo stesso utilizzato per presentare il suo programma di governo, il leit motiv che ha messo alla base del suo lavoro. «Anche se per ora di sorrisi ne abbiamo fatti meno di quelli che avremmo voluto». Da quando Ugo Cappellacci è stato eletto presidente della Regione Sardegna sono passati otto mesi. Lasso di tempo praticamente trascorso girando in lungo e in largo l'isola. «Purtroppo io ancora mi trovo a dover gestire le emergenze per l'80% del mio tempo. Avendo solo un 20% da dedicare a quelli che sono i progetti del futuro». Presidente ma così altro che sorridere. Praticamente siete ancora nella gestione delle urgenze. «Esatto. Vuoi la crisi economica che ha piegato tutto il mondo, vuoi per le caratteristiche strutturali della Sardegna. Ciò nonostante, qualche misura l'abbiamo messa in campo». Si riferisce alla finanziaria appena approvata? «Intanto abbiamo istituito un comitato per la gestione delle emergenze. Poi, abbiamo messo in campo ben due finanziarie, quella per l'anno del 2009 e quella per l'anno 2010. Quest'ultima, che prevede interventi per 300 milioni di euro, è stata approvata in tempi da record. Con il governo abbiamo, inoltre, mantenuto aperto il tavolo Stato-Regione Sardegna, che ha permesso di avere 3,8 miliardi per le infrastrutture». Veniamo alle note dolenti: e il rilancio industriale? «Nota dolente da vedere sempre nell'ottica di quel rapporto 80-20 per cento di cui abbiamo parlato prima». D'accordo. Ma qui presidente le aziende continuano a lamentarsi. «Guardi, le faccio un esempio. Se io ho il problema dell'Eni che vuole chiudere gli impianti di Porto Torres, la soluzione è sedersi intorno ad un tavolo, destra e sinistra, e lavorare per una soluzione. Noi lo abbiamo fatto. Ma se lo avessero fatto anche in passato... Sa quanto abbiamo di soldi residui in questa regione?» No, quanto? «Ben 7 miliardi di euro, soldi stanziati e non spesi. Questo dimostra che è mancata una programmazione dei vari progetti. Ha idea di quanto ritardo questo comporti?». In effetti... Altra nota dolente: lo sviluppo del turismo. Che continua ad avere attivo solo tre mesi l'anno. «Ci sono diversi fronti su cui stiamo lavorando con il governo. Innanzitutto, la continuità territoriale. Perché servono condizioni di collegamento e trasporto paritarie rispetto al resto d'Italia. Poi, diciamola tutta: se vogliamo competere con il resto del mondo, non basta avere una bella costa. Serve piuttosto avere strutture che possano attrarre tutto l'anno». Come?  «Se gli alberghi non hanno centri benessere, Spa, un centro congressi, il centro business, o un campo da golf, allora non si è in grado di competere». Ci sono imprenditori che hanno già investito per alberghi così in qualche località sarda, no? «Sì, per lo più sulla costa. Ma noi abbiamo una zona interna meravigliosa, tutta da sviluppare. E poi sa una cosa? Finora la Sardegna ha avuto più "prenditori" che imprenditori». Diciamo allora che forse il mancato G8 alla Maddalena forse non ha aiutato in questo piano di rilancio. Occasione mancata? «Lo è, forse, in termini di comunicazione e pubblicità. Ma il G8 era soprattutto importante per le infrastrutture e per le risorse stanziate. Tutto questo è avvenuto ugualmente. In più, abbiamo in programma una serie di eventi da qui a un anno che sicuramente porteranno molta visibilità». Qualche anticipazione?  «Ieri, ho incontrato Guido Bertolaso per parlare della Louis Vuitton Cup, dichiarata dal Consiglio dei ministri grande evento, che si svolgerà proprio alla Maddalena nel maggio 2009. E questo grazie all'impegno del presidente Berlusconi». Ritornando alle note dolenti, ci sono parecchie aziende che lamentano il ritardo delle risposte da parte del governo regionale. «Comprendo questo problema e ci stiamo lavorando per risolverlo. Anche perché, avere scarsa attenzione verso i progetti di investimento significa perdere possibilità». La sua regione è tra quelle che ha sostenuto il Piano da casa sin dal primo momento. A che punto siamo?  «Il nostro, approvato un mese fa, è un piano esteso a tutti: abbiamo infatti inserito anche il settore produttivo e gli edifici commerciali. Il tutto avendo una grande attenzione per il rispetto dell'ambiente». Presidente dica la verità, quasi quasi stava meglio prima... «Guardi non ho il tempo di guardarmi indietro. Vado avanti motivato e concentrato sulle cose da fare». Del resto lei rappresenta il modello del candidato del fare tanto auspicato dal presidente Berlusconi... «Esatto. E io spero di essere ricordato per questo».

Dai blog