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Braccio di ferro sull'estradizione

Cesare Battisti

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BRASILIA - Alla fine l'udienza è rinviata. Ma la giornata che doveva decidere sull'estradizione di Cesare Battisti si era aperta con un colpo di scena, a Brasilia. Uno dei dieci giudici del Supremo Tribunal Federal, Josè Antonio Dias Toffoli, ha annunciato l'astensione al voto: decisione chiave, che ha spostato la bilancia della sentenza a favore della richiesta di Roma. Il governo italiano intanto segue da vicino la vicenda, anche con la presenza come osservatori, tra gli altri, dell'inviato del Ministero della Giustizia, Italo Ormanni. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha detto: «Penso sia un fatto un po' snobistico che appartiene a certi ambienti: per me resta un pericoloso criminale che deve scontare la pena a cui è stato condannato». L'annuncio di Dias Toffoli è giunto pochi minuti prima dell'apertura dell'udienza. Il giudice ha comunicato la propria posizione tramite una breve nota nel sito web dell'Stf, nella quale precisa di aver rinunciato al diritto di voto «per ragioni di coscienza». Anche se formalmente avrebbe avuto il diritto di votare, Toffoli si è in sostanza chiamato fuori tenendo conto del suo precedente ruolo istituzionale. La difesa dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) ha subito accusato il colpo della decisione, senza nascondere che la mossa di Toffoli potrebbe far spostare il corso del processo verso l'estradizione. «È una cattiva notizia», ha commentato il legale di Battisti, Luis Roberto Barroso, pochi minuti prima dell'apertura dell'udienza. A prendere la parola è stato Marco Aurelio Mello, che la scorsa udienza aveva già anticipato di voler votare contro l'estradizione. Nel suo lungo intervento, Mello ha sollevato soprattutto - dichiarandosi a favore - la questione del rifugio concesso dal Brasile a Battisti. Alla fine Mello ha votato no alla richiesta di estradizione portando la situazione in pareggio (4 a 4) tra i due fronti. A questo punto è scattato il pressing della difesa di Battisti, affinché il presidente dell'Stf, Gilmar Mendes, che è a favore dell'estradizione, non voti. La tradizione del diritto brasiliano indica infatti che in caso di pareggio, a beneficiarne è l'imputato. Inoltre, prima dell'inizio dei lavori c'era stato un fuori programma, quando una ventina di manifestanti pro-Battisti sono riusciti per qualche minuto ad entrare nella sede dell'Stf, da dove a qualche metro di distanza sono stati posti dei cartelloni con scritte quali «Battisti libero» e «Siamo tutti Cesare». Il processo - al quale sono presenti quali osservatori oltre a Ormanni anche l'ambasciatore in Brasile, Gherardo La Francesca - si svolge nella sala principale del Supremo, dove davanti ad un crocefisso, una bandiera e uno stemma del Brasile siedono i giudici della Corte. Per ora l'udienza, dopo cinque ore di sessione, è rinviata.

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