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Ricatto Marrazzo, scarcerati due carabinieri

Un'immagine del carcere penitenziario Regina Coeli

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Scandalo Marrazzo, scarcerati due carabinieri. I giudici del Riesame, dopo un'udienza fiume, hanno deciso di rimettere in libertà il militare Nicola Testini e agli arresti domiciliari Antonio Tamburrino. Rimangono in cella i colleghi Luciano Simeone e Carlo Tagliente. I giudici, in sostanza, hanno ritenuto che Testini non dovesse essere arrestato perché il giorno del blitz in via Gradoli, compiuto da Simeone e Tagliente, era in ferie e fuori Roma. Tamburrino, rispetto agli altri tre, è l'unico che risponde di un reato più lieve, la ricettazione del video girato su Marrazzo, che, secondo i pm, avrebbe dovuto venderlo all'agenzia fotografica di Milano. I quattro carabinieri arrestati lo scorso 22 ottobre, erano stati accusati, a seconda delle posizioni processuali, di rapina, estorsione, violazione della privacy e di domicilio, e violazione sulla legge sugli stupefacenti. Ancora molti i punti oscuri in questa vicenda, da chi ha girato il video che ritrae l'ex presidente della Regione, da chi ha portato la cocaina nella casa di via Gradoli, alle presunte rapine ai danni di transessuali che vivono e lavorano nella zona della Cassia.   Era la sera del 22 ottobre quando è scoppiato lo scandalo che ha travolto l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Il giorno in cui sono stati arrestati i quattro carabinieri accusati di aver organizzato un ricatto ai danni del politico mentre si trovava in una casa a Roma, in via Gradoli 96, in compagnia di un transessaule, Natalie, con la quale si sarebbe incontrato diverse volte nel 2009. E con il quale, in alcune occasioni, avrebbe anche fatto uso di cocaina. Da quel giorno è iniziata l'odissea del gionalista, che pochi giorni dopo ha deciso di presentare le dimissioni alla Regione. Ed ha cominciato ad essere interrogato dalla magistratura, come parte offesa, che vuole fare chiarezza sia sul presunto ricatto ai suoi danni, sia sulla cocaina presente nell'appartamento a «luci rosse», e su una serie di rapine messe in atto contro diversi transessuali. Proprio quest'ultimi, una quindicina, hanno infatti denunciato di essere rimasti vittime di comportamenti aggressivi da parte di alcuni dei carabinieri chiusi a Regina Coeli tre settimane fa. Quella di ieri, comunque, è stata un'udienza fiume davanti ai giudici del Riesame di Roma, nel corso della quale è stato mostrato il video del presunto ricatto che ha portato in cella i quattro carabinieri. «Mi stanno facendo un blitz, se mi lasciate andare vi sarò grato», sono alcune delle frasi, la prima dedotta dal labiale, notate da alcuni avvocati che ieri hanno visto il video girato in via Gradoli lo scorso 3 luglio. E ancora non si sa da chi. In udienza i difensori degli indagati, Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Testini, avevano depositato una serie di documenti per dimostrare il valore e le capacità professionali dei quattro carabinieri: nessuno di loro, secondo i penalisti ha disponibilità finanziarie come dimostrano documenti bancari.  

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