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"Dopo il picco vaccineremo 24 milioni di connazionali"

Il viceministro della Salute Ferruccio Fazio

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Ieri al Quirinale si è celebrata la giornata per la ricerca sul cancro con illustri personalità ed esperti del settore ma, tra le righe, s'è parlato pure di influenza H1N1. E se Rita Levi Montalcini ha candidamente ammesso che non le fa paura («E invece a voi?» ha detto maliziosa) il vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio (che presto potrebbe diventare ministro) ha ribadito che c'è «assolutamente» un eccessivo allarmismo «perché troppa gente ne parla». Nuovo motivo d'angoscia è, appunto, la possibilità che il virus H1N1 possa combinarsi con quello della viaria, dando vita a un morbo più nefando. Fazio ha gettato acqua sul fuoco: «Se vacciniamo tutti - ha detto - non succederà» E infatti nei progetti del ministero c'è proprio questo. «Con la fine del picco, cominceremo a raccomandare a tutti la vaccinazione contro l'influenza A, per evitare una seconda ondata, come accadde per la Spagnola e per la pandemia del 1968, di solito più violenta della prima. Abbiamo gli strumenti per farlo e dobbiamo evitare questa possibilità». L'attenzione si è focalizzata pure sui casi più gravi che si stanno verificando fra persone giovani e sane. Ieri il morbo ha fatto altre due vittime. Una bimba di 9 anni ricoverata al Cardarelli di Campobasso, affetta da gravi patologie neoplastiche e un uomo di 55 anni, ricoverato in rianimazione a Mestre e che soffriva di leucemia linfatica cronica, bronchite cronica ostruttiva e diabete.   E al Cardarelli di Napoli è in condizioni gravissime una bimba di 8 mesi ricoverata con polmonite bilaterale che potrebbe aver contratto il virus A. «La mortalità è maggiore nelle persone di oltre 50 anni. Questa influenza si diffonde così facilmente che attacca tutti, e attacca soprattutto i giovani perchè non hanno la memoria immunitaria adatta - ha ricordato ancora una volta Fazio - Non c'è da sorprendersi, l'importante è l'outcome finale e che il Paese sia preparato ad affrontare la situazione. Oggi abbiamo una rete condivisa con le Regioni per la gestione corretta dei casi gravi». Intanto s'ingrossa il flusso dei cittadini che ne hanno diritto e chiedono di essere vaccinati. In particolare a Milano i sette ambulatori delle Asl per smaltire la richiesta di vaccinazioni saranno operativi a pieno regime per 30 ore a settimana e quindi anche al sabato. E con la conclusione della campagna vaccinale contro l'influenza stagionale, l'Asl della metropoli punta su una riprogrammazione degli orari per reggere il ritmo di oltre 6 mila iniezioni a settimana. «Le cose stanno procedendo come da copione - ha commentato il direttore generale Walter Locatelli - dall'accoglienza al supporto medico e informativo riguardo gli eventuali dubbi o osservazioni che possono nascere nell'utente intorno a questo tema. Tutta l'azienda mi sembra stia rispondendo con seria operosità agli effetti di questa influenza».  

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