Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La verità di Marrazzo "Sequestrato dai militari"

Piero Marrazzo

  • a
  • a
  • a

Afferma di aver consumato cocaina saltuariamente quando era in compagnia di trans; ribadisce che non c'erano altre persone nell'abitazione di Natalie quando avvenne il blitz carabinieri; sottolinea che fu trattato male dagli stessi militari i quali gli impedirono di ricomporsi. Sono i passi principali della deposizione-approfondimento delle circostanze fatta agli inquirenti romani da Piero Marrazzo il 2 novembre. Quel verbale è stato depositato ieri dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli ai giudici del tribunale del Riesame, incaricati di pronunciarsi sulle istanze di scarcerazione presentate dai difensori dei quattro carabinieri ritenuti artefici del ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio: Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Nicola Testini e Antonio Tamburrino. Al fine di esaminare quell'atto istruttorio che è andato ad integrare il fascicolo processuale, i difensori degli indagati hanno chiesto e ottenuto i termini a difesa. Il collegio presieduto da Francesco Taurisano ha quindi rinviato l'udienza a lunedì prossimo. Descrivendo le modalità dell'irruzione dei carabinieri nell'abitazione di Natalie il 3 luglio scorso, Marrazzo ribadisce che «entrarono solo due persone» le quali «mi trattarono con estrema durezza e con violenza; mi spinsero in un angolo impedendomi di tirare su i pantaloni che mi stavo levando quando sono entrate». «In tale modo, per il mio abbigliamento - aggiunge Marrazzo - mi trovavo in uno stato psicologico di inferiorità e umiliazione. Inoltre, in più occasioni vennero a contatto con me quasi a volermi intimidire, come per farmi capire che erano armati. Per tutto quel tempo sono stato costretto a stare nella stanza da letto e solo in un'occasione mi sono affacciato sulla soglia della porta e ho potuto vedere con chiarezza che vi erano solo due persone, oltre a Natalie. Mi è capitato sporadicamente di aver consumato cocaina solo durante questa tipologia di incontri - si legge nel verbale di due pagine firmato lunedì scorso da Marrazzo - conosco Natalie già da qualche tempo e sono stato con lei in qualche altra occasione, ma non più di due-tre volte dal gennaio di quest'anno». E parlando di quella che lui stesso ha definito una debolezza, Marrazzo riconosce anche di aver avuto «altri incontri di questo tipo con un'altra persona, un certo Blenda; nell'occasione di un incontro con Blenda ricordo che è passato anche un altro trans del quale non rammento il nome. Mi sembra che ho avuto solo due incontri con Blenda». Nell'interrogatorio del 2 novembre, Marrazzo rettifica anche i termini del compenso pattuito con Natalie per la prestazione sessuale: «Non era di 5.000 mila euro, ma di 1.000. Preciso che la somma che avevo nel portafogli era di soli 3.000 euro; 1.000 euro e non 3.000 come ho detto in precedenza li ho appoggiati su un tavolinetto e gli altri 2.000 euro erano rimasti nel mio portafoglio per mie necessità. Non dovevo, in altri termini, consegnarli a Natalie. Successivamente, come ho detto, la somma di 2.000 euro contenuta nel portafogli è stata sottratta dai due carabinieri entrati». Dopo aver affermato che «né Blenda né Natalie mi hanno mai chiesto del denaro o ricattato in relazione a foto o video che mi ritraevano», Marazzo dichiara che quando entrò in casa di Natalie non vide «alcun piatto con la cocaina». «Ho visto invece la cocaina nel piatto - si legge nel verbale di interrogatorio - solo dopo l'irruzione dei due carabinieri e non ho visto chi l'ha collocata». Assai critico contro la confessione di Marrazzo il difensore del carabinieri Luciano Simeone, l'avvocato Bruno Von Arx. «Si aggiungono bugie a bugie. Il nuovo verbale di interrogatorio reso dall'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è un vano tentativo di irrobustire l'accusa con elementi poco convincenti». L'avvocato lunedì chiederà la revoca della custodia cautelare per il suo assistito. «Dalla lettura - continua Von Arx - emerge un quadro di accuse che nel primo interrogatorio non c'era. Accuse di violenza, come le minacce inferte nei confronti di Marrazzo e l'allusione alle pistole. Circostanze che se vere sarebbero state riferite immediatamente e ne avremmo trovato traccia nel primo verbale di interrogatorio». Secondo Von Arx anche la circostanza emersa sul consumo di cocaina, «soltanto in occasione degli incontri con i trans» appare «davvero poco credibile e al di fuori di ogni logica».

Dai blog