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Vi ricordate un paio d'anni fa, quando il tema dell'antipolitica dominava le prime pagine dei giornali e piazze piene di cittadini mandavano a quel paese la politica? Ecco ci risiamo.

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Sembrache senza contrapposizione, senza scontro, senza teatrino, non sappiamo proprio andare avanti. La politica, invece di occuparsi delle questioni fondamentali per il Paese, inizia ad adeguarsi ai tempi e ai modi del chiacchiericcio da gossip. L'intera informazione si adegua alle notizie strillate e alle cose che fanno più notizia e va a finire che addirittura la classe politica, non se la sente più di fare una crociata per battaglie magari importanti ma di nicchia, ma preferisce sacrificare le questioni realmente importanti sull'altare dell'immagine e adeguarsi ai tempi della televisione. Stiamo scadendo, con lo scandalismo, al vuoto assoluto della politica, riempito da pettegolezzi di vita privata che diventano un mezzo ideale per una guerra tra poveri. Oramai i censori integralisti di ogni parte politica sono disposti a colpire i poveri malcapitati in una carneficina senza limiti, senza il rispetto delle regole più basilari della convivenza civile. Unico obiettivo da raggiungere: più teste cadono, più si delegittima la politica stessa. Ma è questo il ruolo di chi deve formare le opinioni pubbliche, dei cosiddetti opinion makers? Dove ci porterà questa deriva fatta di insulti, sguardi indiscreti, eliminazioni dirette, neanche si trattasse tutto di un reality? Ci troviamo di fronte ad un evidente imbarbarimento della politica. Anche un mezzo di comunicazione straordinario come facebook, nato per far rincontrare vecchi amici ed avere un contatto virtuale con il resto del mondo, è diventato il luogo ideale per minacciare di morte questo o quell'avversario. Cosa è cambiato nella nostra società? Questi ultimi anni si sono caratterizzati per una istintiva capacità della gente di creare un nemico ideale contro cui scagliarsi. Che poi sia il vicino di casa, l'immigrato, l'omosessuale o il Presidente del Consiglio poco importa. La necessità di avere un nemico che raccolga le nostre paure e il nostro odio è una esigenza istintiva sempre più comune. Il problema è che più si getta benzina sul fuoco e più si alimenta e diffonde questo odio che prima o poi sfocia in un fatto di violenza concreto. Di conseguenza la fiaccolata contro la clandestinità può diventare una spedizione punitiva nel primo call center di immigrati, una protesta contro il Governo può diventare la spedizione di un folle che va a spargere sterco sotto la casa del Premier o addirittura a lanciargli un treppiedi. È una legge della nostra storia: quando la politica viene meno, quando i valori del rispetto, della civile convivenza vengono meno, allora tutto diventa odio, violenza, inciviltà. In una società senza valori, dove la politica si fa esclusivamente alzando la voce, comprando cartelloni pubblicitari, tutto è artificiale e tutto può sembrare consentito. C'è una differenza abissale da quella partecipazione politica di qualche anno fa, fatta di un contatto diretto nelle sezioni, nei congressi, nelle piazze. E questo confronto diretto tra elettori ed eletti che spesso vedeva dei momenti di tensione, serviva come valvola di sfogo di un sentimento comune. Ora questa valvola di sfogo non c'è più ed ecco che si usano le mail, gli sms o facebook con tutto ciò che ne consegue. Per questo dico che per fermare questa ondata d'odio, di antipolitica, dobbiamo mettere in campo delle ricette di buona politica, riscoprendo il contatto con l'elettorato e dando voce alle tante realtà che possono dare un contributo prezioso alla crescita della nostra democrazia. Ritorniamo alla Politica con la P maiuscola, alla riscoperta dell'eticità dei comportamenti politici, economici, sociali. Dobbiamo riconquistare degli spazi importanti nella vita della gente e fare in modo di invertire la rotta. Altrimenti sarà una guerra spietata di tutti contro tutti. Una barbarie senza fine dove un sospetto sarà il preludio di uno scandalo. Già abbiamo visto in passato una scena del genere. Ed è per questo che pensiamo che nessuno di noi abbia voglia di tornare indietro. * deputato Pdl e Presidente dei Cristiano Riformisti

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