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Alla 85esima Giornata Mondiale del Risparmio organizzata dall'Acri a Roma si respira aria di concordia tra i protagonisti dell'economia italiana

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Ilministro dell'economia Giulio Tremonti parlotta al tavolo dei relatori con quello che nei mesi scorsi sembrava il suo nemico più acerrimo: il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Un passaggio che distende la platea dei banchieri da mesi sotto schiaffo da parte del Tesoro. E che alzare dalla platea i fotografi quasi a immortalare il primo segnale di disgelo. La crisi però ha messo a dura prova i nervi di chi decide la politica economica. E l'idea che si sta facendo avanti è quella che ora è veramente il momento di fare sistema. Mettersi a tavolino e utilizzare tutte le forze per rilanciare il sistema economico. Così a rincuorare arriva anche il messaggio del premier Silvio Berlusconi che annuncia che il peggio della crisi «sembra che sia alle nostre spalle e che sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa». Un messaggio di ottimismo solo mitigato dal realismo di Draghi che concorda sulla fine della fase più acuta della caduta e spiega come ora «l'urgenza è riprendere il cammino delle riforme, per riportare il paese, negli anni a venire su ritmi sostenuti di crescita economica». Il governatore ammonisce inoltre le banche italiane che «non va allentata la guardia» perché la situazione resta fragile e devono rafforzare il capitale. Poi altro segnale di ottimismo arriva quando il Governatore rende omaggio all'opera di stabilità resa dalle Fondazioni Bancarie, soci stabili di molti istituti di credito e che negli ultimi mesi hanno messo mano al portafoglio per consolidare il patrimonio, con un impegno che deve continuare ma le invita a guardare oltre il campanile per contribuire a rafforzare il sistema. Prima di lui il padrone di casa Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri e della Cariplo, aveva ricordato come «le banche, come stanno già facendo, devono dare il loro contributo al successo dell'intero processo di rilancio del settore produttivo». Da parte del sistema bancario, per bocca del presidente dell'Abi Corrado Faissola e per voce di molti dei rappresentanti degli istituti di credito, c'è invece serenità sul richiamo di Banca d'Italia su «carenze e ritardi» nell'applicazione delle norme nazionali e internazionali sui compensi e bonus dei manager. Poi arriva Tremonti. Profilo basso. Nessun attacco frontale anzi l'affermazione di un principio ecumenico. «Lavoriamo tutti insieme senza conflitti, o riducendo al massimo i conflitti, nella prospettiva di un'azione comune per il bene comune, per il bene dei nostri figli e del nostro Paese» dice Tremonti. Un intervento rivolto alla collaborazione fra istituzioni, in quello che è sembrato un invito a mettere da parte le divergenze per fare sistema e uscire al meglio dalla crisi finanziaria. E proprio nel senso della collaborazione va il provvedimento confermato da Tremonti per assistere le pmi sul territorio: «Stiamo lavorando con rappresentanti delle banche per organizzare lo schema di uno o più fondi che assistano le imprese in rapporto al debito o al patrimonio». Un progetto per il quale «tra due o tre settimane ci sarà lo schema di lavoro per una struttura articolata e complessiva, dove ci deve e ci potrà essere la Cassa depositi e prestiti».

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