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Il video-scandalo scoperto cercando il boss Iovine

Il boss Antonio Iovine in un'immagine di 14 anni fa

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Cercavano il camorrista Antonio Iovine e sono capitati nelle trame del caso Marrazzo e del video-scandalo coi trans di via Gradoli. Insomma, dalle stelle mafiose alle stalle del crimine. Del resto davanti ai brasiliani con ombretto, tacchi e rossetto, i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale l'avevano detto: «Noi ci occupiamo di altro, di criminalità organizzata, diamo la caccia ai superlatitanti. E invece...». Invece hanno scoperchiato un altro inferno, dove non hanno esitato a gettarsi quando hanno capito che in mezzo poteva essere finito anche un carabiniere.  I mastini del Ros stavano sulle tracce di Iovine: 45 anni compiuti due domeniche fa, vicerè dei Casalesi ancora a piede libero insieme con Michele Zagaria, l'altro pincipe della criminalità organizzata del Casertano. I loro nomi sono inseriti nella lista dei trenta superlatitanti, quella che il Ros usa come agenda degli impegni: ogni faccia è un obiettivo da raggiungere. Per arrivare a Iovine volevano tallonare i suoi affiliati. Un lavoro di ricerca che richiede tempo, pazienza e anche un po' di fortuna: sono 14 anni che il boss sfugge alle manette. I militari avevano cominciato a puntare alcuni soggetti intercettando le loro conversazioni telefoniche. Durante una di queste la sorpresa. Dal dialogo salta fuori la storia del video con Marrazzo, del tentativo di venderlo, del presunto ricatto. Le indagini virano bruscamente, finiscono a via Gradoli e poi con gli arresti dei quattro carabinieri accusati del presunto ricatto. E la pista della droga? Non è sbiadita. Il Ros l'ha imboccata di nuovo. Solo che gli obiettivi si sono moltiplicati. Antonio Iovine resta il superlatitante da prendere. Ma nell'inchiesta sul ricatto al governatore del Lazio il capitolo droga è ancora tutto da scrivere. Ci soltanto poche righe. Sul tavolino ripreso nel video c'era polvere bianca, probabilmente cocaina. Marrazzo dice di non essere un consumatore di droga. E allora? Lo stupefacente l'hanno portato i trans o i carabinieri? Da dove viene? Nella prima ora del caso Marrazzo era stato abbozzato il sospetto che i quattro avessero fatto i prepotenti con gli spacciatori che fermavano nella zona di competenza della Compagnia carabinieri Trionfale, di cui fanno parte: li ripulivano di droga che poi piazzavano loro. Ma sono voci che al momento neppure hanno assunto la sostanza di indizi. Anzi, stando agli statini di servizio di ciascuno i quattro carabinieri sono bravi investigatori, degni di encomio. I Ros vogliono ricostruire il traffico di droga e capire chi sono i personaggi chiave dello scambio. Le intercettazioni telefoniche stavano cominciando a disegnare una rotta tra il Casertano e la Capitale, dove diverse inchieste coordinate proprio dalla Procura di Roma hanno dimostrato che i camorristi sotto il nome degli Schiavone riforniscono fette importanti del mercato romano. I Ros indagano.

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