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Da covo dei brigatisti a "hotel" del sesso

Nella foto Sonia e Daniela abitanti in Via Gradoli 96, dove è stato girato il video che ritrae il governatore Piero Marrazzo e un transessuale (Foto GMT)

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Da covo dei brigatisti rossi ad alcova di trans. Se anche i luoghi abitati hanno un'anima, il passar del tempo stravolge anche la loro. Via Gradoli l'anima pare l'abbia ceduta al sesso a pagamento. Una volta il civico 96 è stato l'indirizzo dei terroristi che rapinarono e uccisero Aldo Moro. Il nome della strada è diventato "celebre" anche perché il professor Romano Prodi disse agli inquirenti che durante una seduta spiritica un'entità indicò Gradoli come nascondiglio dei bierre, ma gli investigatori confusero la via con la località nel Viterbese. Oggi lo stesso civico, della stessa strada, nella stessa zona, è diventato lo scenario di un giallo a luci rosse, dove sarebbe stato girato il video-scandalo con Marrazzo e i trans.   «In questo comprensorio ci sono ventitré trans - dicono Sonia e Daniela, 21 e 39 anni, anche loro transessuali - arrivano ad abitare anche gli scantinati sotto terra riscaldati con le bombole del gas e arredati in fretta e furia. Capita di andare con attori e politici - dicono - pagano bene, quando uno li trova deve tenerseli stretti». Sonia ammette di non aver visto il presidente Marrazzo. Dice di averlo incrociato, invece, una condomina moldava: «Mi è capitato due volte, questa estate. Ma ho saputo chi fosse quando ho visto la sua faccia in televisione». Solo il primo omosex, originario di Pescara, vive nel comprensorio.   «I prezzi? - risponde - Io per 40 metri quadrati pago 800 euro al mese». Fabio, tassista di 40 anni, in via Gradoli è proprietario di due appartamenti. «In uno ci vivo, l'altro l'ho affittato ai trans: 500 al mese, che c'è di male». Il portiere Stanly, un bengalese coi sandali e il magliettone, 55 anni da 10 al civico 96, racconta che «le cose sono cambiate. Fino a qualche tempo fa i trans facevano rumore, litigavano. Ora invece sono tranquilli». Sul conto dei brasiliani Sonia affonda il coltello. «Formano una comunità a sé, non sopportano gli italiani. Se a volte mi sono lamentata di loro, il giorno dopo ho trovato le ruote della macchine bucate. E poi - continua - sono sporchi. Non parlo di tutti, chiaramente, ma la maggior parte di loro non ha rapporti protetti coi loro clienti, si prestano a fare di tutto. Mentre noi no. A volte ho sentito qualcuno di loro dire addirittura che aveva infettato un ragazzo. E poi rovinano il mercato - continua Sonia - praticano tariffe stracciate e i clienti si fanno allettare. Le nostre? per una notte d'amore si parte dai mille euro. Molti trans brasiliani - aggiunge - arrivano in Italia ingaggiati da uno di loro che nel Belpaese vive da tempo. Questi offre loro il viaggio, un alloggio e la clientela. In cambio però vuole 10 mila euro: finché il trans non li restituisce non è libero». E ancora. Il pescarese parla anche dei trucchi sporchi che i brasiliani userebbero con alcuni clienti. «Se ti vedono con la fede al dito - spiega - sei rovinato: capiscono che sei sposato e ti ricattano. Addirittura, so che alcuni riprendono i rapporti con la telecamerina montata sui computer portatili, praticamente è impossibile accorgesene».  

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