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Baudo: "Ci ha lasciato una persona di famiglia"

Pippo Baudo

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Maria Angiolillo è stata un'amica insostituibile per Pippo Baudo, che oggi partecipa al dolore per la sua scomparsa. Cosa rappresentava per lei la regina dei salotti romani? «Maria Angiolillo era una grande signora dal carattere amabile e gentile. Aveva un sorriso per tutti ed era estremamente altruista: in questo contesto, che ne caratterizzava fortemente la personalità, ha considerato importante il dialogo con tutti, a prescindere dai colori politici. La sua scomparsa è una perdita inestimabile per tutti, in particolar modo per la città di Roma. Sapere che non è più tra noi a confortarci con la sua presenza rappresenta un dolore e una sofferenza intensissime. Chi l'ha conosciuta sente di aver perduto una persona di famiglia e sa che adesso deve fare i conti con il vuoto che la sua morte ha determinato». Come aveva conosciuto la signora Angiolillo? «L'avevo incontrata attraverso la nostra comune amica Sandra Carraro che me ne aveva parlato in termini entusiasti. È accaduto dieci anni fa, ma era come se la conoscessi da una vita. Era una di quelle persone che immediatamente si fanno stimare per le proprie doti personali, intellettuali, umane, di cui difficilmente si riesce a fare a meno. Tra di noi si era instaurata subito un'amicizia sincera, intensa; a me piaceva molto frequentare la sua casa, incontravi amici, chiacchierare, discutere». Una sua caratteristica umana che ricorda in particolare? «Con lei si poteva parlare di tutto, era sempre attenta verso i problemi degli altri, rispettosa di chi le era accanto e aveva accettato di far parte della grande famiglia allargata che coabitava nel suo salotto. Le ore trascorrevano con piacevolezza, si era sicuri di trovarsi con una persona perbene, disinteressata, una signora di altri tempi che non ha mai criticato nessuno e ha sempre avuto una parola di conforto per tutti».  Quale impronta ha lasciato nella Capitale il suo salotto? «Credo che lo si possa ricordare come un prestigioso salotto politico-letterario, nel quale si è fatta, per decenni, buona parte della politica italiana. Mi piace ricordare la signora Angiolillo magnifica padrona di casa, attenta solo all'amicizia e al profondo rispetto per i suoi ospiti: un rispetto umano che per lei andava al di là del colore politico. Questi sono i motivi che hanno reso unico il suo salotto e indimenticabile la sua presenza tra noi. È stato un punto di riferimento che ha accresciuto il prestigio di Roma». Crede che sia stato anche un salotto culturale? «Certamente. Era un salotto dove la cultura aveva un posto di primo piano, un luogo privilegiato dell'intellighentia non solo romana, che riusciva a fare tendenza e di cui la Capitale deve essere fiera». Difficile adesso abituarsi alla sua assenza? «Difficilissimo. Conservo la serenità di esserle sempre stato vicino. Ho sperato tanto che riuscisse a superare quel momento negativo per la sua salute e che il suo salotto si riaprisse di nuovo a tutti noi che l'abbiamo sempre stimata, amata per le sue qualità non comuni».

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