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Il Pdl prepara la leggina riparatrice

Il premier Silvio Berlusconi

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Fino all'ultimo non si sapeva se sarebbe arrivato o se invece avrebbe rinviato il rientro a Roma. Segnale della tensione che in queste ore circola intorno a Berlusconi. Alla fine, programma confermato. Il premier è arrivato nel pomeriggio a Palazzo Grazioli e ad attenderlo c'era Gianni Letta. C'è grande attesa per la decisione della Consulta sul Lodo Alfano. Un verdetto - atteso per questa mattina - che potrebbe ripercuotersi in maniera diversa sui processi a carico del premier e, di conseguenza, sulla stabilità di governo. Se dalla maggioranza arrivano segnali di ottimismo e di fiducia nella decisione finale della Corte Costituzionale, il presidente del Consiglio si chiude nel suo silenzio. Teso, stando a voci di Palazzo. Per tutta la mattina, dalla casa di Arcore, ha seguito l'arringa della sua difesa: quell'invito a pensare che «il premier non è come gli altri», fatto ai giudici dall'avvocato Gaetano Pecorella, o quel «la legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione», pronunciato da Niccolò Ghedini. Aspettando la decisione finale, continuano a circolare le ipotesi più disparate, delinenando tutti gli scenari possibili. Anche se il portavoce del premier Paolo Bonaiuti, al tam tam di voci sul voto anticipato risponde in modo secco: «Parliamo del nulla», facendo riferimento agli indici di popolarità di Berlusconi in crescita, nonostante tutto. Intanto però la tensione cresce. Si studiano le contromosse, si pensa alle contromosse del partito. Motivo per cui ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli sono arrivati quasi tutti i vertici del Pdl, i capigruppo di Camera e Senato. Ai quali si sono aggiunti in serata Italo Bocchino, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e l'avvocato Niccolò Ghedini. Nessun commento ufficiale, ovviamente. Se non quello di Bocchino sull'umore del premier: «Eccellente come sempre», dice lasciando Palazzo Grazioli. Ci si prepara a tutte le ipotesi, da quella di cambiare alcune parti del Lodo Alfano, fino alla totale bocciatura da parte della Consulta. Si calcola la tempistica, si pensa ad una "leggina riparatrice". Nulla di certo o stabilito: il tutto è rinviato a dopo la decisione di questa mattina. Il premier non ha mancato di notare alcuni segnali distensivi arrivati in giornata e ha accolto l'ottimismo dei suoi avvocati senza però riuscire a stemperare la naturale tensione. Tanto che ha messo in "stand by" qualsiasi questione politica, anche la trattativa con la Lega per la definizione delle candidature alle regionali. Ma la convinzione che il Cavaliere ha maturato è di aver agito nel miglior modo possibile, di aver fatto tutto il necessario. Non possono bocciarlo, abbiamo recepito tutti i rilievi della Consulta sulla sentenza del 2004 sul lodo Schifani, è il ragionamento ripetuto agli ospiti ricevuti a Palazzo Grazioli. Per domani, intanto, è previsto l'ufficio di presidenza del Popolo della libertà: l'appuntamento è per le nove presso il parlamentino di Palazzo Grazioli. Nell'ordine del giorno, si legge, ci sono punti come la ratifica dei commissariamenti, l'avvio della campagna di tesseramento, e soprattutto le candidature per le Regionali 2010. Stando allo staff di Via dell'Umiltà la riunione è confermata, almeno per ora. «Ovvio - confida un parlamentare pidiellino - tutto dipende dal verdetto della Consulta. Speriamo di arrivare alla riunione con pasticcini e spumante».

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