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La perizia scagiona Stasi Le indagini sono da rifare

Alberto Stasi

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«Sono abbastanza contento». Reagisce in modo freddo e distaccato, come è sempre stato descritto, Alberto Stasi accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Ieri la perizia firmata da Lorenzo Varetto, consulente medico legale nominato dal gup Stefano Vitelli per sciogliere i dubbi sul delitto del 13 agosto 2007, sembra scagionarlo definitivamente.   Ma lui, il 26enne bocconiano, non si è lasciato andare a nessun tipo di entusiasmo dopo aver letto con attenzione le 146 pagine scritte dall'esperto. Da sempre, il «biondino dagli occhi di ghiaccio» si è proclamato innocente: da ieri ha una nuova carta in mano che sembra dargli ragione. La superperizia descrive un'aggressione avvenuta in due fasi diverse, ma in un'ora che non si può stabilire, macchie di sangue già in parte o totalmente secche quando Alberto calpesta il pavimento della villetta di via Pascoli con scarpe in grado di disperdere eventuali tracce ematiche. Ancora: non sangue, ma materiale sconosciuto sui pedali della bici dell'unico imputato e le sue impronte miste al dna della vittima sul dispenser portasapone del bagno dimostrano che entrambi lo hanno toccato. Nulla di più: «Il dato è irrilevante al fine della costituzione di una prova scientifica». L'esperto rincara scrivendo come non sia «valutabile con precisione l'epoca della morte se non affermando che essa avvenne nel corso della mattinata». Ed è un punto che non può smontare l'alibi di Stasi contenuto nel computer portatile sul quale stava lavorando, secondo la relazione degli esperti, dalle 9,36 alle 12,20 del giorno dell'omicidio. «Più difficile è il giudizio per quanto riguarda le macchie di sangue presenti sulla soglia e sui primi gradini della scala che conduce al seminterrato. Non siamo riusciti a stabilire, esaminando le fotografie di sopralluogo, se le macchie fossero secche o umide», ammettono i consulenti i quali sottolineano che «non è scientificamente corretto affermare che sulla suola delle scarpe di Alberto Stasi sia assente sangue umano di Chiara Poggi. Il giudizio che si può dare è che non è stata rilevata la presenza di sangue umano in quantità tale da superare i limiti di sensibilità dei metodi utilizzati». Vero è che, si evidenzia «la riportata negatività del test del luminol effettuato sull'intera superficie della suola delle scarpe di Alberto è assai suggestiva, in considerazione della grande sensibilità del metodo». Quello che si può escludere è che l'unico imputato «abbia calpestato grosse pozze di sangue parzialmente fluido, di consistenza tale da conservare impronte: nell'intera abitazione non sono state osservate impronte riferibili alle scarpe Lacoste né in forma di calpestamen

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