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«Lo scudo fiscale è utile alla ripresa»

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«Èovvio, ci turiamo il naso, ma la situazione economica è difficile e c'è bisogno anche di questi provvedimenti. E non mi riferisco solo alla necessità per lo Stato di far cassa. Il gettito è solo un aspetto marginale dello scudo fiscale. Il fattore più importante è che il rimpatrio di capitali in Italia significa nuove opportunità di investimento. Insomma un volano per l'economia». Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti sa che la sua è una tesi scomoda. Mentre dall'opposizione sale la polemica anche a colpi di invettive, Angeletti dice che quello dello scudo fiscale è, in questo momento, un percorso obbligato. C'è di sicuro chi dirà: ecco il sindacato si mette a difendere i furbi. Come la mette? «Suvvia, basta con le polemiche pretestuose e la demagogia. Bisogna essere pragmatici in un momento come questo di grande difficoltà economica. Alcune stime, non so quanto attendibili, dicono che gli italiani hanno trasferito all'estero 500 miliardi di euro. Una parte di questi soldi è denaro che le società hanno fatturato all'estero piuttosto che in Italia e questo ha comportato che i soldi sono rimasti in banche estere e su quei profitti non sono state pagate le tasse. Tutti saremmo molto contenti se il governo non avesse fatto ricorso a questa sanatoria perchè vorrebbe dire che i soldi sono rimasti in Italia e le tasse sono state pagate». E allora? «E allora tra lasciarli all'estero sperando che in un ipotetico futuro ciò non sia possibile e riportarli in Italia facendo pagare meno tasse del dovuto è evidente che la seconda ipotesi, anche se fa irritare, si presenta più utile per il Paese». I soldi esportati possono essere il frutto di attività illecite. Vale anche per queste turarsi il naso? «Questo è un punto di discussione. Siccome l'ultima parola spetta al presidente della Repubblica e Napolitano è una persona saggia che tiene conto degli interessi del Paese, bisogna confidare che la scelta sarà la migliore. Per evitare che ci sia la necessità di tali sanatorie bisognerebbe creare un sistema finanziario internazionale trasparente, eliminando i paradisi fiscali presenti anche in Europa». Di Pietro accusa i parlamentari favorevoli alla sanatoria di comportamento criminale. «È un atteggiamento sopra le righe. I parlamentari sono i rappresentanti del popolo e insultarli come mafiosi e criminali equivale a dire che abbiamo votato dei criminali e quindi siamo cretini o complici». Sanare il falso in bilancio era proprio necessario? «Direi di sì. Un'azienda che per evadere il fisco ha effettuato un pagamento all'estero e quindi modificato il bilancio, senza la sanatoria verrebbe perseguita». Il tutto si giustifica con l'esigenza di far cassa per avere fondi contro la crisi? «Siamo in una fase di grave crisi e quindi recuperare soldi dall'evasione fiscale è un imperativo. Non si possono mettere altre tasse e bisogna intervenire sugli evasori. Questo è il vero problema, altrimenti non ci sarebbe bisogno di turarsi il naso. Ma oltre allo scudo fiscale bisogna rafforzare la lotta all'evasione fiscale e creare le condizioni per rendere irripetibile l'elusione dalle imposte. Altrimenti si crea la convinzione che tutti possono fare i furbi tanto prima o poi c'è un colpo di spugna. Ma oltre a far cassa c'è un altro vantaggio con lo scudo, che secondo me è ben più importante». Quale vantaggio? «Chi decide di mettersi in regola con il fisco e di rimpatriare i soldi non lo fa perchè ne ha bisogno per vivere ma perchè progetta di fare investimenti. Quindi lo scudo dal punto di vista dell'economia è positivo. Si darebbe una bella spinta all'economia. Questo mi fa propendere per accettarlo». Ma allora se ci sono dei vantaggi perchè tante polemiche? «Ci sono le polemiche politiche pretestuose e quelle fondate che riguardano il fatto che il denaro esportato all'estero può avere provenienza illegale. Non c'è solo l'imprenditore che ha fatto falso in bilancio non pagando le tasse in Italia. Ci sono anche i soldi frutto di azioni criminali. La polemica politica avrebbe senso se spingesse verso una soluzione migliore».

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