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Nel Lazio novecento casi I medici: non c'è pericolo

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Massimaattenzione, ma nessun allarme. Il Lazio è pronto a fronteggiare la nuova influenza e il piano regionale pandemico sarà all'altezza della situazione. Il sistema sanitario regionale si prepara a combattere una malattia che di allarmante ha solo l'alta potenzialità di diffusione. L'importante sarà non creare inutili allarmismi nei cittadini. «Appena il ministero distribuirà i vaccini per la nuova influenza, il Lazio sarà in grado di partire il giorno dopo. Sia il sistema di distribuzione sia i presìdi sono pronti - assicura il vicepresidente della Regione, Esterino Montino - Intanto a ottobre distribuiremo il vaccino per la normale influenza alle persone che ne hanno diritto: anziani, bambini e persone a rischio». Montino, reduce dall'incontro di ieri col viceministro Fazio, enuclea i punti del piano regionale: «Abbiamo predisposto sessanta medici sentinella e un accordo coi medici di famiglia per le vaccinazioni sui bambini, persone a rischio e soggetti che hanno rapporti col pubblico. I presìdi pubblici sono pronti. Bisogna cercare di non creare allarme nella popolazione: chi contrae l'influenza non deve precipitarsi al pronto soccorso, ma deve parlare col medico di famiglia, che valuterà caso per caso il dafarsi e deciderà la terapia più opportuna. I sintomi sono simili a quelli dell'influenza comune ed è facile confondersi; anche per questo i cittadini non devono precipitarsi negli ospedali. Evitare il panico sarà fondamentale per governare il fenomeno. Anche perché non esistono motivi d'allarme: sinora le terapie hanno sempre funzionato». Controllare il panico tra la gente sarà fondamentale per non portare al collasso l'intero sistema. Il perno operativo è l'Asp-Laziosanità, che raccoglie le informazioni e organizza le comunicazioni «periferiche». «Il Lazio è la prima regione italiana per quanto riguarda la registrazione di tutti i casi accertati nei pronto soccorso - spiega il presidente dell'Agenzia Lucio D'Ubaldo - La situazione oggi è sotto controllo, anche grazie al lavoro della commissione regionale ad hoc presieduta da Salvatore Calabretta, responsabile della prevenzione. Non so però cosa potrà accadere se dovesse scatenarsi il panico: confondere l'influenza normale per quella pandemica è molto facile e si rischia l'effetto-psicosi, con sovraffollamento dei pronto soccorso. Bisogna aver fiducia nei medici di base. Finora ci sono stati pochi contagi e siamo riusciti a svolgere un grande lavoro di monitoraggio e indagine virologica grazie al forte rapporto con lo Spallanzani, uno dei primi tre centri più importanti d'Europa per quanto riguarda la lotta alle malattie infettive». Per quanto riguarda i vaccini è tutto pronto. La prima fornitura arriverà il 15 novembre; la seconda il 10 gennaio. Sarà l'Asp a provvedere alla distribuzione e verranno vaccinati per primi: operatori sanitari, forze dell'ordine, soggetti che hanno contatto col pubblico (insegnanti, autisti) e persone con patologie croniche dai 65 anni in giù. La prossima riunione operativa in Regione è prevista per domani per recepire le ultime indicazioni dettate ieri agli enti locali dal viceministro Fazio e per fare quindi il punto sul piano-vaccinazione e sull'organizzazione del servizio ventiquattr'ore su ventiquattro dei medici di famiglia in caso di pandemia grave. In un secondo tempo si farà il punto sulle indicazioni da dare ai cittadini in caso di contrazione della malattia. Intanto il presidente della commissione Politiche sanitarie del Comune di Roma, Fernando Aiuti annuncia che il Campidoglio vaccinerà autisti bus e tassisti. «Alemanno mi ha comunicato la decisione - ha detto Aiuti - insieme al presidente dell'Atac, Franco Panzironi, di vaccinare tutti gli autisti dei mezzi pubblici, una categoria particolarmente esposta» Per Aiuti anche i tassisti e i genitori dei neonati vanno vaccinati, insieme a «chi lavora nei servizi sociali, gli insegnanti, gli addetti alla nettezza urbana, medici, infermieri, forze dell'ordine».Dan. Dim.

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