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E intanto il direttore continua a non rispondere

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C'èbeccato una querela e che fa? fa finta di niente, come se nulla fosse accaduto. Anzi incalza, rilancia, grida alla lesa libertà di stampa, chiama in causa la stampa straniera. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, si fa scivolare di dosso le critiche del Giornale e di Libero per il fatto di aver comperato un attico ai Parioli pagando 850 milioni di lire in nero. Un comportamento davvero in contrasto, come anche ieri ha sottolineato il Giornale, con la campagna moralizzatrice contro l'evasione fiscale. Il quotidiano di Feltri sottolinea poi che quando Berlusconi manifestò comprensione per chi si rifiutava di pagare tasse troppo alte, definendo, in un comizio, l'evasione fiscale come una sorta di «legittima difesa», Mauro «rischiò un collasso etico». Ecco quindi una raffica di editoriali indignati. Ma ricordiamo i fatti. Il prossimo vicedirettore di Libero Franco Bechis nel suo blog scrive dell'acquisto da parte di Mauro di un casa dal valore di 2,150 miliardi di vecchie lire, ma con 850 milioni non dichiarati negli atti ufficiali e pagati con una serie di assegni da 20 milioni ciascuno (uno da 10) firmati da Mauro. Ora il direttore di Repubblica invece di chiarire la sua posizione continua a incalzare il presidente del Consiglio con la questione delle «dieci domande» sulla sua vita privata. Il premier lo ha querelato chiedendo un risarcimento danni per 1 milione di euro ma Mauro è partito all'attacco accusandolo di voler imbavagliare la Repubblica e di limitare la libertà di stampa. Secondo il direttore la querela del premier «è la prova che Berlusconi non potendo dire la verità ai suoi concittadini, non potendo, non sapendo e non volendo rispondere alle 10 domande, vuole farle cancellare dalla magistratura, tappando la bocca a Repubblica». Non solo: chiama in causa quella stampa estera da sempre contraria a Berlusconi che ha pubblicato i dieci quesiti. A questo punto parte la grancassa del Pd a cominciare da Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Partito Democratico, in prima linea a esprimere solidarietà e vicinanza al direttore. Marino insiste sulla necessità di «difendere la libertà di stampa nel Paese» proprio «come fa la Repubblica. Oggi più che mai si ha bisogno di maggiore pluralismo e di completezza dell'informazione, piuttosto che di restringere gli spazi necessari alla formazione di un'opinione pubblica». Il segretario del Pd Dario Franceschini fa di più e lancia l'idea di una mobilitazione in difesa della libertà di stampa. «Penso che in Italia - dice Franceschini - ci sia un problema reale quando si arriva ad intimidazioni di vario tipo nei confronti di chi fa il proprio mestiere di chi rispetta la libertà di stampa». A tono arriva la replica del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Mauro si inventa una inesistente minaccia alla libertà di stampa per coprire il fatto che è il principale responsabile del clima avvelenato che stiamo vivendo, visto che il suo giornale, da mesi, sta concentrando il fuoco sulla vita privata di Berlusconi, determinando, una ulteriore svolta, sempre in peggio, nella lotta politica del nostro Paese».

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