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«Serve un welfare a misura dei precari colpiti dalla crisi»

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«Undato atteso, conosciuto e preoccupante. Legato al fatto che facciamo i conti con i tre mesi più acuti della crisi. C'è però fiducia perché lo stesso indicatore si stabilizzi nel secondo trimestre e si abbia un risultato migliore nel secondo semestre dell'anno» spiega a Il Tempo, Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione lavoro della camera dei deputati. Una situazione per ora sconsolante? Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, aveva parlato di un tasso di disoccupazione al 10%. Al ministro Sacconi va riconosciuto che il tasso è più basso di oltre un punto rispetto alla media Ue. Ed è meno della metà rispetto alla Spagna. La tendenza? Sono convinto che il dato è destinato a stabilizzarsi e a migliorare un poco. Certo il fatto che Pil sia sceso del 5% un segno lo lascia. Gli interventi del governo sono stati sufficienti a tamponare la crisi occupazionale? La massiccia iniezione di risorse sulla cassa integrazione in deroga ha aiutato le aziende a tenere in sospeso la questione degli organici. Certo che se fosse passata la linea del Partito Democratico, che prevedeva l'indennità di disoccupazione, le imprese avrebbe colto il segnale e avrebbero cominciato a licenziare. Di più va invece fatto per il lavoro dei precari. Gli interventi a loro vantaggio non sono stati sufficienti? I precari sono quelli che stanno maggiormente pagando la crisi. Sono i più deboli e i meno tutelati. L'indennità di reinserimento pari al 20% dell'ultimo reddito non è abbastanza. E i nove miliardi stanziati dal governo? Vanno a finanziare la cassa integrazione in deroga, cioè a quei settori per i quali normalmente non è prevista. Molti lavoratori ne restano fuori. Non sarà colpa anche delle norme che hanno introdotto flessibilità il fatto che molti lavoratori siano senza lavoro oggi? No. Le politiche promosse dalle leggi di Treu e Biagi i posti di lavoro li avevano creati anche in presenza di una crescita economica modesta. Adesso che la recessione è pesante è questa occupazione cosiddetta frizionale a soffrire. Semmai è il momento di avviare una riforma del welfare complessiva che tuteli questi lavoratori. Il momento è giusto. La Confindustria chiede le riforme ogni giorno. A Emma Marcegaglia che chiede riforme entro cento giorni dico di non dimenticare che il governo lavora seriamente da 356 giorni. Quale strada bisogna seguire per uscire dall'impasse? Bisogna lavorare molto di più sul lato dell'economia. Un esempio? La commissione lavoro della Camera la prossima settimana comincia ad esaminare una legge di iniziativa parlamentare che trasforma il costo che lo stato sostiene per la disoccupazione in un contributo per fare diventare chi non ha un lavoro in un imprenditore.

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