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De Magistris: "Ho vinto ma il leader è Di Pietro"

Luigi De Magistris

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E adesso chi è il leader dell'Idv? «È Di Pietro, non c'è dubbio. I voti sono il riconoscimento al progetto di Tonino, al suo coraggio di aprire il partito alla società civile, rompendo con il sistema tradizionale di gestione della politica, mettendo in lista persone come me che portano un plus valore». Perché lei ha preso così tanti voti? «Penso per due motivi: il primo, per quello che ho rappresentato in questi anni per il Paese facendo il magistrato; il secondo, perché ho saputo spiegare in questa campagna elettorale intensa, girando da Nord a Sud, l'idea mia e di Di Pietro. E poi, la grande novità, la rete che ha avuto un peso fondamentale nel risultato». Il voto per l'ex pm è stato un voto contro Silvio? «No assolutamente, siamo alternativi a Berlusconi o, meglio, abbiamo un modello politico alternativo e ampio, perché non condividiamo gli aspetti della politica di questi anni. Del resto noi non abbiamo attaccato Berlusconi ma il suo disegno piduista che vuole un Paese autoritario e non democratico. Così come abbiamo criticato la debolezza nel fare opposizione del centrosinistra. I temi della mia campagna elettorale sono stati la questione morale, l'etica, più valori meno apparenza, meno profitto più merito, rottura con un sistema di casta che appartiene al centrodestra ma anche ad una parte consistente del centrosinistra. Perciò abbiamo preso voti in un arco abbastanza trasversale del paese». Lei ha detto che il centrosinistra è crollato sulla questione morale? L'Idv è già stato alleato del Pd, ma in caso di future alleanze? «Riconosco che il Pd è il principale partito d'opposizione, ma non c'è dubbio che ora anche l'Italia dei Valori è un riferimento da cui non si può prescindere se si cerca un'alternativa a Berlusconi. I dirigenti del Pd sbagliano e sbaglieranno se non ritengono di avere un problema in termini di questione morale: basti pensare a Basilicata, Campania, Abruzzo, Calabria. Noi saremo intransigenti sulla questione morale[/RISPOSTA] però per essere un'alternativa si dovranno fare alleanze e restare con i piedi per terra». Come risponde alla «bacchettata» di Napolitano sul protagonismo dei pm? «Non è diretta a me, visto che non sono più magistrato... Quando si parla di protagonismo faccio una distinzione: c'è quello oggettivo, non deleterio, dei pm che fanno procedimenti importanti su cose serie; c'è quello soggettivo, deleterio, di chi si mette in mostra senza far nulla. Ecco, se il protagonismo è lavorare su inchieste delicate, su fatti importanti che fanno parlare il Paese, mi auguro che ci siano molti "protagonisti"». E sulla crisi di fiducia? «Un problema della politica. Il ministro della Giustizia deve mettere in condizione i magistrati di lavorare. Se Alfano invece di preoccuparsi di mandare ispettori negli uffici dove pendono procedimenti sgraditi, mandasse più magistrati, se non si facessero leggi che ostacolano la magistratura, i cittadini sarebbero più contenti. Poi si parla di cadute di professionalità solo quando si ritarda a depositare i provvedimenti, invece mi consta che nei confronti dei magistrati collusi o neglittosi non si procede... Mi riferisco alla dottoressa Forleo, ma anche al mio caso. Tanto per essere chiaro...». E quando il Presidente parla di «tensioni e disordini nelle procure»? «Non so a cosa si riferisce, so invece che in tante procure ci sono pm impegnati in prima linea che con coraggio contrastano il crimine. Di quelli io sarò il punto di riferimento costante e mi riferisco ai sostituti che lavorano nelle procure di Palermo, Caltanissetta, Napoli». Qualcuno, criticandola, sosteneva che la magistratura deve essere indipendente dalla politica. «Io dico invece che ribalterò i rapporti tra magistratura e politica, non la politica che fa le leggi ad personam, ma la politica come punto di riferimento della magistratura, che dà mezzi e sostegno. Voglio mettere in atto un cambiamento fortissimo». Tanto per essere chiari, la critica è di Mastella che lei si ritroverà davanti a Bruxelles... «Davanti, dietro... non lo so. Di certo non saremo seduti vicino....».  

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