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Dall'edilizia ai trasporti, i nuovi poteri

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Dopo 138 anni, dal trasferimento del re Vittorio Emanuele II da Firenze a Roma, nel giungo 1871, la parola «Capitale» si trasforma in realtà. Non più e non soltanto l'articolo 114 della Costituzione: Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento; non più poteri straordinari rilasciati su delega del governo, e non più risorse che arrivano con il contagocce. Il «miracolo» di una riforma attesa da almeno venti anni, (dalla mancata nascita delle «città metropolitane») è arrivato il 30 aprile, quando il Senato ha dato l'ultimo parere favorevole al disegno di legge sul federalismo fiscale. All'interno di questo, è l'articolo 24 a trasformare il futuro di Roma. Non si tratta di una «riforma di palazzo» o di formalità costituzionali. La nuova legge entrerà, tra massimo sei mesi, nella vita quotidiana di milioni di persone e porterà a uno sviluppo enorme delle potenzialità di una grande capitale come Roma, con il patrimonio storico e archeologico più importante del mondo. Nel particolare, il testo, dopo aver chiarito che «Roma capitale è un ente territoriale, i cui attuali confini sono quelli del comune di Roma», specifica «e dispone di speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione». Quattro parole «magiche»: autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria. In altre parole, Roma si potrà dare regole proprie, attuare normative senza ulteriori passaggi istituzionali e ottenere risorse aggiuntive per le funzioni svolte «in qualità di sede degli organi costituzionali, delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, sia presso la Repubblica italiana sia presso la Città del Vaticano». Le materie in cui il Comune di Roma potrà svolgere funzioni amministrative autonome si concentrano nei settori chiave della città: valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali, in accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali. Solo per fare un esempio, per la riqualificazione e la vivibilità del fiume Tevere verrà costituita un'unica autorità. Ancora, il Comune di Roma avrà, tramite regolamenti varati dal Consiglio comunale, che diventa «Assemblea capitolina», autonomia di gestione per lo sviluppo economico e sociale, nel particolare con riferimento al settore produttivo e turistico. Sviluppo urbano e pianificazione territoriale verranno «sburocratizzati», così come l'intero settore dell'edilizia pubblica e privata che non dovrà più subire complessi e annosi passaggi da un'istituzione all'altra. Ancora, autonomia nell'organizzazione e nel funzionamento dei servizi urbani, con riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità. Gestione autonoma, ma in collaborazione con il Governo e la Regione, della protezione civile capitolina e, infine, a Roma verrà attribuito un proprio patrimonio «commisurato alle funzioni e competenze attribuitegli e il trasferimento a titolo gratuito dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato e non più funzionali ad esso». Ulteriori funzioni potranno poi essere conferite dallo Stato e dalla Regione Lazio. L'iter legislativo, a questo punto, comprende i decreti attuativi del governo che definiranno nel dettaglio i nuovi poteri e le nuove competenze. Un iter che si dovrebbe concludere in tre mesi. Entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto legislativo, poi, l'Assemblea capitolina approverà lo Statuto di Roma Capitale. Inoltre, con specifico decreto legislativo, sentiti la Regione Lazio, la Provincia di Roma e il Comune di Roma, sarà disciplinato l'odinamento transitorio, anche finanziario di Roma Capitale.

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