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Claudio lavora già per superare i veti

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ClaudioPetruccioli ci prova. O forse sarebbe meglio dire ci riprova. Uomo dalle mille risorse e fine conoscitore dei meccanismi della politica, il presidente uscente della Rai continua a salire e scendere nell'indice di gradimento dei Palazzi della politica. Un giorno la sua conferma al vertice di Viale Mazzini appare scontata, il giorno dopo sembra essere destinato ad una tranquilla pensione da trascorrere nell'amata Capalbio. Ed è proprio per interrompere questo continuo saliscendi che Petruccioli starebbe pensando ad una mossa a sorpresa. Il meccanismo di elezione del presidente Rai, infatti, è piuttosto complesso e, proprio per questo, soggetto ad interpretazioni. Tre i passaggi fondamentali: il ministero del Tesoro indica un candidato che deve ottenere il gradimento dei due terzi della commissione di Vigilanza e deve essere nominato dalla maggioranza del Consiglio di amministrazione. La legge non stabilisce un iter rigido e questo avrebbe convinto Petruccioli a tentare una piccola forzatura. La voce circola con insistenza a Viale Mazzini e ci sarebbe anche un parere favorevole dell'ufficio legale Rai. Il presidente uscente, infatti, starebbe lavorando per garantirsi l'appoggio della maggioranza dei consiglieri appena eletti. I tre riconducibili all'opposizione (Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten in quota Pd, più l'Udc Rodolfo De Laurentiis) sarebbero già dalla sua. E c'è chi racconta che anche Guglielmo Rositani, espressione di Alleanza Nazionale, potrebbe votarlo. A questo punto a Petruccioli mancherebbe un voto. Per fare cosa? Per evitare di essere bruciato dalla Vigilanza. Non è un segreto, infatti, che il presidente uscente, nonostante le simpatie del Quirinale e di Fedele Confalonieri, non sia affatto gradito nei Palazzi che contano. A via XX Settembre, infatti, non hanno dimenticato che Petruccioli giocò un ruolo di primo piano nella vicenda che portò alla sostituzione di Angelo Maria Petroni. Tanto che il Tesoro potrebbe decidere di indicarlo comunque per poi farlo «bruciare» dalla Vigilanza. Ma è proprio su questo punto che l'ex presidente starebbe lavorando cercando un accordo all'interno del Cda che metterebbe la Vigilanza davanti al fatto compiuto e lo riporterebbe ai vertici della Rai. Tutto si giocherebbe nella possibilità di cambiare l'ordine delle procedure. Prima la nomina a viale Mazzini, poi il gradimento formale a Palazzo San Macuto. Tanto che Petruccioli sarebbe già pronto, qualora il Tremonti lo indicasse, a convocare il Cda. L'operazione ricorda quella che, nel 2005, lo portò per la prima volta a viale Mazzini. In quell'occasione il candidato del centrosinistra ottenne l'incarico dopo che la Vigilanza aveva bocciato buona parte dei nomi proposti dal Tesoro. Stavolta potrebbe essere lui, entrato in «Conclave» da perdente designato, ad uscirne Papa.

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