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Rai e giustizia: il dialogo può ripartire

Paolo Bonaiuti

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Anzi. Prosegue con l'auspicio che, pur nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, il dialogo possa estendersi anche ad altri temi istituzionali, come il federalismo fiscale o la riforma del bicameralismo perfetto. È una speranza che si nutre in entrambi gli schieramenti, con la consapevolezza, (più volte manifestata in modo bipartisan e nelle ultime settimane sempre di più), di quanto il confronto sia necessario. L'ultimo tassello è arrivato ieri. E da due esponenti non di poco conto: Paolo Bonaiuti e Piero Fassino. I due, ospiti di Radio City, programma di RadioUno, hanno commentato il voto a Montecitorio per l'inserimento di uno sbarramento del 4% alle elezioni europee. «Speriamo che inizi un nuovo momento di dialogo», ha premesso il portavoce del premier. Martedì, ha aggiunto Bonaiuti, «si è riusciti a votare insieme una legge che ci avvicina alle grandi democrazie europee perché lo sbarramento serve a evitare quella frammentazione che non è in linea con il resto dell'Europa e delle democrazie occidentali». L'obiettivo è quello di andare «verso il bipartitismo: non so se e quando ci arriveremo, ma è un cammino su cui i due grandi partiti si sono intesi». Pronta la replica di Piero Fassino: «Direi che ieri (martedì ndr) c'è stata l'applicazione corretta di un principio da noi sempre evocato». Sulle questioni istituzionali «è auspicabile che ci sia una convergenza. Siamo pronti a discutere di riforma della giustizia se questa è a favore dei cittadini ma non se l'obiettivo è colpire la magistratura». A quel punto, Bonaiuti ha rilanciato: «Non c'è nessuna volontà di colpire la magistratura. Adesso dovremmo cercare di riuscire ad avanzare su tutta una serie di altri terreni, per esempio sul federalismo fiscale». Una cosa possibile, ha sottolineato, citando ad esempio il «passo avanti» fatto ieri con l'elezione di Sergio Zavoli a presidente della commissione di Vigilanza Rai. Anche Berlusconi interviene sulla giustizia, diventata ora terreno di dialogo tra maggioranza e opposizione. Già Umberto Bossi a suo tempo chiese al premier di cercare un confronto con il Pd anche su questo tema. Ora l'invito è tornato stringente anche perché la riforma del processo penale approderà in Consiglio dei ministri venerdì e da oggi si comincerà a votare in commissione alla Camera il provvedimento sulle intercettazioni. La richiesta ad aprire un canale con l'opposizione sulla giustizia è arrivata da Matteo Brigandi al vertice di ieri (presenti anche Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno) e il presidente del Consiglio non avrebbe affatto chiuso la porta. «Se Bossi è stato capace di convincere la sinistra sul federalismo, Berlusconi deve fare la stessa cosa sulla giustizia», spiega il responsabile della Lega in Commissione Giustizia. «La riforma più condivisa è e meglio è ma una riforma ci deve essere al più presto», ha argomentato il Cavaliere secondo quanto viene riferito, aggiungendo che «la sinistra deve liberarsi dell'arma giustizialista, se pensa che sia un'emergenza faccia presto». Il riferimento è ovviamente legato all'Italia dei valori e a Di Pietro e all'alleanza con il partito democratico. Aspettando la partita giustizia, ieri intanto si è sbloccata la questione vigilanza. Sergio Zavoli è stato eletto presidente alla prima votazione con 34 voti su 38 votanti e quattro schede bianche. La prossima riunione sarà quella in cui si decideranno i vertici del consiglio di amministrazione della Rai. La data però, è ancora da destinarsi.

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