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Il Cavaliere itinerante

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Anzitutto il premier da quattro giorni è di fatto presidente del G8 in quanto il vertice degli otto Paesi più industryalizzti del mondo qusta volta si terrà in Italia: sull'Isola della Maddalena. Per il Cavaliere è la terza volta che lo presiede visto che ha già guidato quelli di Napoli '94 e di Genova '01. La prassi, anche se non consolidata, gli imporrebbe di far visita nelle altre sette capitali prima del summit che si terrà a luglio. Non solo, ma questa volta il G8 sarà di fatto una sorta di vertice allargato, un G14 con l'ingresso di Paesi come Cina, India, Brasile ed Egitto. Il che imporrebbe al premier di fare visita anche a questi altri sei Paesi. Ma Berlusconi, almeno per questa seconda tranche, dovrebbe ovviare procedendo con gli inviti. Cioè inviterà i presidenti in Italia e li riceverà a Roma se qualcuno accetterà. Uniche trasferte certa per il momento c'è il Brasile a marzo e a Londra per il G20 ad aprile. Ma è ormai anche sicuro che Berlusconi vedrà di nuovo Putin. Poco prima di Capodanno i due si sono sentiti a telefono e il premier italiano ha trovato il presidente russo su posiszioni ancora più dure nei confronti degli Stati Uniti, e dunque sarebbe intenzionato a fare faccia a faccia a breve. Sempre meno probabile, invece, un viaggio il 20 gennaio a Washington per l'insediamento di Obama alla Casa Bianca. In mezzo ci sarà tanta politica interna. Tanto per cominciare, la Sardegna. Si vota a metà febbraio e Berlusconi ci crede davvero. Pensa o almeno sogna di poter vincere. Oggi pomeriggio a Villa Certosa riceverà un ristretto nugolo di fidatissimi guidati da Romano Comincioli, compagno di banco a scuola di Berlusconi, che a sua volta sarà accompagnato dal deputato sassarese Pietro Testoni. Poi ci sarà il candidato presidente Ugo Cappellacci e arriverà da Milano Stefano Maullo. Poi il giro si allargherà a Cicu, Nizzi e Peppino Cossiga. Il leader del Pdl ha già fatto sapere che vuole girare una per una tutte le otto provincie sarde (già, sembrerà strano ma sono proprio otto: Cagliari, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Olbia-Tempio, Oristano, Medio Campidano, Sassari, Ogliastra). Tornerà nelle piazze ma non solo con il solo format: comizio nel palazzetto e via. No, ha già chiesto di organizzare puntatine nei luoghi di aggregazione ma un po' a sorpresa. Mercatini, supermarket, strade dello shopping, periferie. L'idea è di fare delle improvvisate come fece a Pescara in conclusione della campagna elettorale abruzzese, stringendo mani e parlando con i passanti. «Voglio che mi facciano le domande e voglio stare lì a rispondere», è stata l'indicazione data ai collaboratori. Poi c'è la politica. Il listino sarà composto da otto personalità provenienti dalla società civile ma anche in grado di portare consensi. Trattative sono in coraso con un big della Cisl, per esempio, sul cui nome vige il più stretto riserbo. Si sta pensando anche a un importante generale dei carabinieri. Mentre più aperta potrebbe essere la trattativa con Paolo Maninchedda, uomo del Partito sardo d'Azione, che prevalentemente è stato schierato a sinistra e che invece stavolta ha già annunciato che non sosterrà Soru. Ma Maninchedda è anche un uomo che è stato molto vicino al governatore uscente, ne conosce i segreti, i difetti. Berlusconi dovrebbe venderlo a giorni e spera di poter carpire qualche consiglio utile. Il Cav, tuttavia, fa sul serio. Nei giorni scorsi ha coinvolto direttamente Scajola nella campagna elettorale. E non è un caso, perché il premier è rimasto molto colpito dal fatto che l'Eni ha annunciato lo stop, seppur momentaneo, dello stabilimento chimico di Porto Torres. Il ministro dello Sviluppo Economico è già intervenuto su Scaroni e quindi ha annunciato che riaprirà il cracking, cioè il cuore della fabbrica. Ma non basta, il capo del governo ha parlato direttamente con l'amministratore delegato di Eni e in calendario ha intenzione di incontrarlo direttamente. L'obiettivo è arrivare ad annunciare, per gennaio, le linee di produzione di fenolo e cumene: significa far tirare un sospiro di sollievo di 15-20mila famiglie. Ma prossimamente squillerà anche il telefono del ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia. L'idea è quella di procedere a una sorta di «rottamazione del pecorino sardo», il prodotto tipico che sta vivendo un periodo di grave crisi. In pratrica sarebbe un intervento sul modello di quello operato per Parmigiano Reggiano e Grana Padano, visto che l'Agea, l'agenzia governativa, ha ritirato 200mila forma dei due prodotti per aiutare i produttori. Insomma, quella sarda non sarà una gara tanto per partecipare. Berlusconi vuole vincere perché sa che battere Soru significa sconfiggere un uomo simbolo del Pd, l'editore dell'Unità: sarebbe un altro colpo a Veltroni. Forse mortale. E se non basterà, il Cavaliere sta già preparando la grande offensiva di giugno, quando si terranno Europee e amministrative. E quello sarà il colpo di grazia.

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