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Berlusconi: "Banche, aiutate le piccole e medie imprese"

Silvio Berlusconi

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«L'Italia è in un momento non facile ma credo superabile e non sta reagendo male. Abbiamo un sistema di banche solido, molto solido che non ha avuto bisogno di iniezioni di liquidità - ha detto il presidente del consiglio che ha rassicurato sul temuto effetto del razionamento del credito. «Ho chiesto di non far venir meno la linea di credito agli imprenditori e mettere somme nuove a disposizione di piccole e medie imprese» ha confermato il Cavaliere. Che ha anche aperto una parentesi di politica estera: «Sto lavorando perché l'incontro tra il presidente Usa Obama e quello russo Medvedev avvenga in Italia». Dal punto di vista dei fidi per finanziare le attività non ci dovrebbero essere, dunque, problemi. Non così invece per le famiglie che in mancanza di interventi taglieranno ancora di più le spese. E i commercianti ieri hanno fatto i conti su quanto le loro casse dovranno patire nei prossimi anni. A confermare le indiscrezioni di fonte governativa (pubblicate su Il Tempo di mercoledì scorso) su una frenata del 32% degli acquisti degli italiani da settembre a oggi, ieri è arrivato il bollettino della Confcommercio guidata da Carlo Sangalli che ha elaborato le previsioni sulle spese delle famiglie italiane. Il segno meno, secondo l'associazione di Piazza Belli, comparirà sui fatturati degli operatori del commercio per tre anni di seguito. Non sarà un crollo ma una lenta e silenziosa erosione. Il calo sarà dello 0,5% quest'anno, dello 0,5% nel 2009 e dello 0,4% nel 2010. Insomma la crisi non sarà devastante sugli incassi ma strisciante e, soprattutto lunga. Gli italiani rinunceranno, in primo luogo a riempire il carrello della spesa. Alimentari e bevande registreranno un calo dell'1,2%. Diminuzioni dei prezzi delle materie alimentari e le promozioni sugli scaffali consentiranno di tirare la cinghia, però, meno in questo settore rispetto ad altri come l'abbigliamento e le calzature, le spese per il tempo libero e quelle per bar e ristoranti. «Settori questi ultimi nei quali il peggio si deve ancora far sentire» spiegano i tecnici dell'associazione di rappresentanza dei commercianti. Che aggiungono anche quello che i consumatori medi già sanno da tempo. E cioè che la crisi internazionale ha semplicemente aggravato una situazione di debolezza nei consumi che, in Italia, è attuale almeno dal passaggio all'euro e cioè dal 2001. Allora il changeover consentì un ritocco dei listini a cui non seguì un aumento medio dei salari. Il potere d'acquisto insomma è in calo da molto tempo e non è circostanza rilevata nell'ultimo periodo. «La crisi italiana non è come le altre, semplicemente perché c'era prima e non ha quindi nulla o quasi a che vedere con la congiuntura dei mercati internazionali. Certo, gli eventi di questi mesi enfatizzano le nostre strutturali debolezze, tutte ma proprio tutte italiane» ha spiegato Confcommercio. Il problema si porrà nel momento della ripartenza dell'economia. Allora l'Italia partirà con un handicap. Inutile perdere tempo a discettare sulle cause comunque. Servono misure secondo i commercianti. Come quelle che prevedono di «detassare le tredicesime e rivedere gli studi di settore (gli strumenti di accertamento presuntivo del reddito ndr)» ha chiesto il presidente di Confcommercio Sangalli.

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